Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:47 min.
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. FAUST RECANTS (SATAN'S COMETH)
  2. BLACK HEARTS OF SUTWYKE
  3. ZODIAC OF WAR
  4. WINTER YEARS BEGIN
  5. MASTER OF ARACHNIDS
  6. WITCH OF PRAGUE PT. 1
  7. WITCH OF PRAGUE PT.2
  8. EFFIGIES TO THE FLAMES

Line up

  • Kobold: drums, synth, vocals
  • Beleth: guitars, bass

Voto medio utenti

Dei britannici Old Forest ne avevo solo sentito parlare e letto qualche articolo, non di più, ecco perché ho preso con curiosità questo nuovo lavoro, il primo sotto le insegne dell’olandese Soulseller.
C’è da dire che il duo fondatore Kobold, noto anche come Grond che in questo disco gestisce batteria, voce e synth unito a Beleth che si occupa di basso e chitarre hanno realizzato un bel disco dove il black metal melodico sposa tematiche horror.
Settimo album con una stupenda copertina che avrebbe fatto la felicità di ogni lettore di romanzi gotici ottocenteschi; qui abbiamo partiture di puro black metal cadenzato con riff dissonanti e tastiere in sottofondo con sfuriate incorporate come nell’opener.
Oppure reminiscenze degli Emperor che furono come nella cavalcata “Black hearts of sutwyke”, ascoltate i riffing e le voci pulite poi mi direte; bisogna dire che Kobold se la cava molto egregiamente sia nello screaming che in tonalità pulite, le chitarre sanno cesellare melodie e graffi taglienti.
È una bella cascata melodica che richiama la scuola nordica della seconda ondata per epicità, aggressività maligna e tensione atmosferica; le due parti di “Witch of Prague” sono eccelse; se la prima offre un quadro sonoro dove aggressioni duettano con incursioni più ariose in una fluidità precisa, la seconda parte è ricca di pathos, con un bell’incedere lento, quasi doom che sul finale accellera in una bella cavalcata.
La conclusiva “Effigies to the flames” reca le stimmate nere e corrotte di saper condurre le danze con cambi di tempo, belle architetture melodiche e interventi vocali sia in screaming che puliti.
Questa è buona musica per le mie orecchie, non ha nulla di innovativo ma credo che non interessi minimamente, si “accontenta” di dare lustro alla tradizione del black metal melodico e credetemi non è poco.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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