Dopo cinque anni e un cambio quasi generale di formazione con l’entrata di tre nuovi inserimenti ecco che gli olandesi ritornano con il nuovo album con una convinzione maggiore e una vena epica accentuata.
Basta sentire l’opener che è un concentrato di fierezza e potenza tra cambi di tempo, cori, voci pulite e un giusto bilanciamento tra aggressività e gusto melodico.
Anche la seguente “
Drink met de goden (Walhalla)” ne è un valido esempio; mid tempo serrato dove le chitarre acustiche fanno capolino in una traccia dove l’incedere drammatico viene arricchito da un chorus ben costruito che ti spinge a cantarlo.
La componente folk è presente nelle acustiche “
Schildenmuur”, “
Ver verlangen”, la titletrack e nella ballata conclusiva “
Zomervuur”, dove la prima è molto breve ed è una sorta di marcia eseguita da percussioni battenti e cori mentre la composizione che da il titolo al disco è drammatica, con arpeggi acustici e inserti di violino.
La seguente “
Ijzige nacht” è un mid tempo con un lavoro serrato di chitarre e le due voci si incastrano alla perfezione con i cori che amplificano l’epicità del tutto.
Bella la sezione centrale atmosferica con arpeggi, violino, percussioni e voce pulita evocativa che viene corroborata da un pathos fiero che fa centro pieno.
“
Holda” è una cavalcata epica con le due voci che s’intersecano con i riff serrati e parti piene di pathos emotivo nel chorus e sullo sfondo chitarre armonizzate.
La componente più oscura fa capolino raramente durante tutto il disco con accelerazioni di stampo extreme e growl vocals come a dare più impatto a certi brani.
Bisogna certamente dire che questo stravolgimento della formazione diventando un sestetto ha reso fresca una formula conosciuta ma con un’anima ricca e sentimento, veramente un bel ritorno.
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