Il 1985 è un anno cruciale per le sorti del mondo hard & heavy: la Nwobhm stava definitivamente tramontando ed al giro di boa degli eighties gli Stati Uniti si stavano prepotentemente imponendo. In quella torrida estate, periodo più che mai propizio per il genere, ci fu lo scontro tra i nuovi titani: i
Ratt, freschi del clamoroso
Invasion Of Your Privacy, ed i
Motley Crue con
Theatre Of Pain, per chi scrive, duello vinto nettamente dai primi, con alcuni colossi, vedi gli
Ac/Dc di
Fly On The Wall, in flessione. In questo nuovo scenario, nella stessa estate, era sulla rampa di lancio
Adam Bomb su cui la critica specializzata scommetteva come nuova sensazione.
Adam Brenner, vero nome, aveva un passato nei TKO ed il combo poteva vantare personalità già note come
Jimmy Crespo (ex
Aerosmith) e
Sandy Slavin (ex
Riot) e, forti del contratto con la
Geffen, la band sembrava destinata ad attaccare le prime linee dell'heavy yankee, ma i sogni si infransero dopo quest'ottima prima prova che, comunque, anche lei, non andò oltre un ottimo successo di critica, come si diceva.
Parte
Sst ed è rock in a hard place, subito febbrile ed ammiccante, una sorta di Aerosmith un po' più duri, con Jimmy Crespo emulo di
Joe Perry. Il lato fascinoso della band viene a galla nella cover di
All The Young Dudes scritta da
Bowie e che non si discosta di molto dall'originale.
I Want My Heavy Metal è un vero e proprio inno, in cui suona anche
Cliff Williams (al basso) degli Ac/Dc, è un pezzo tipico di metà anni ottanta con chitarre decise e sezione ritmica molto rocciosa a dettare tempi squadrati, una vera e propria chicca per cultori.
You'll Never Know è una ballad che piacerà ai fans dei Motley Crue dopo aver ascoltato per la milionesima volta
Home Sweet Home. La title track chiude il primo lato con un forsennato boogie.
Shape Of The World non mancherà di sedurre i sostenitori degli
Autograph, mentre
Take Me In è più class metal nel riff dokkeniano, anche se i nostri rimangono più spostati sul versante glam-vizioso.
Russian Roulette gioca la carta Ratt di
Out Of The Cellar con ottimi risultati, ed un anno di ritardo.
It's A Bust insiste sull'heavy californiano impreziosito dal sax di
Jerry Martini ed arrangiamenti non così convenzionali. Con
Prime Evil arriva l'atto finale, brano straniante ed oscuro, un corpo estraneo rispetto il resto dell'album, francamente evitabile.
In quella torrida estate dell'85 la bomba non scoppiò mai, ma i presupposti c'erano tutti, certo un album che non può mancare ai cultori del genere.
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