Nuovo album dei
Blut di
Alessandro Schümperlin e soci, che sfornano un disco onirico, ipnotico e conturbante, perso nei meandri nebbiosi che separano l'industrial dall'ebm, e le varie contaminazioni ad essi associate.
Accompagnato dalla superba
Chiara Manese, in voce da mezzosoprano e non, la band confezona un album che si muove tra l'inglese ed il tedesco, che ama il riffing ossessivo, che, al netto di una produzione che non fa gridare al miracolo, sforna una serie di canzoni che credo abbiano lo scopo precipuo di spiazzare l'ascoltatore, portarlo in un mondo dai contorni sfumati.
Già la citazione in copertina dell'
Incubo di Johann Heinrich Füssli, ed il gioco di parole tutto tedesco (
traum significa 'sogno', ma anche 'trauma', per l'appunto) dovrebbe indirizzare l'ascoltatore sulla retta via; questo album è pericoloso, disturbato e disturbante, pur avendo margini di miglioramento in fase di produzione e songwriting.
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