Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2023
Durata:46 min.
Etichetta:Limb Music

Tracklist

  1. SWORD & SORCERY
  2. THE GATES OF ARAMORE
  3. LANDS BEYOND
  4. SAIL THE SEAS
  5. QUEST OF THE FALLEN
  6. WAY OF THE FOREST
  7. ANCIENT WHISPERS
  8. BLESSED & DIVINE
  9. KINGDOM FURY
  10. MAGIC & MYSTERY

Line up

  • Austin Dixon: guitars, songwriting (tracks 2-9), lyrics (tracks 2-9), story concepts
  • Bob Katsionis: guitars, bass
  • Jonah Weingarten: keyboards, songwriting (tracks 1 & 10), lyrics (tracks 1 & 10)
  • Mike Lee: vocals

Voto medio utenti

Power Metal e Utah: riuscite ad immaginare due 'luoghi' più lontani? Non sono tante, infatti, le bands power che provengono da quello stato americano, così squadrato e incastonato in mezzo al midwest settentrionale. Lì nasce la nostra storia, in particolare la storia di Austin Dixon, chitarrista ed insegnante che scopre quasi per caso il power metal e tutto il metallo europeo, e se ne innamora pazzamente. Prima mette su una sua band, i Sonic Prophecy, ma trovare pubblico (e anche compagni di musica) è davvero complicato. Non domo, Austin studia, impara, ascolta, e inizia a scrivere. Il suo sogno è una musica potente ma classicheggiante, che riporti alla mente i fasti della Gran Bretagna nel periodo medievale... E così, alla fine, trova i giusti compagni di avventure, uno tra tutti quel Bob Katsionis che è il re delle collaborazioni, avendo suonato in un milione di dischi. Manca un nome adatto ed evocativo, e così Austin va a pescare nella lingua gallese: sì, perché 'Prydain' non è antro che la versione gallese di 'Britain'!

Reclutato Mike Livas dietro il microfono e Jonah Weingarten alle tastiere, la squadra è pronta, e così viene assemblato questo primo album, dal titolo "The Gates of Aramore". Sin dal titolo (e dalla storia narrata sin qui) dovreste aver capito che Austin e soci cercano il power più epico, maestoso e Rhapsodiano che riusciate ad immaginare, con testi a base di spade, draghi, furia e magia, acuti ad ogni pié sospinto, cavalcate in doppia cassa e suggestioni medievali sempre dietro l'angolo. Peccato che il risultato inevitabilmente risenta della giovine età del progetto, e di una fase compositiva fin troppo debitrice dei numi tutelari del genere. Lo sforzo creativo è encomiabile, ma inevitabilmente i brani sanno di già sentito ed è abbastanza facile tracciarne le coordinate sonore, senza alcuna sorpresa e con fin troppi prestiti musicali.
Un buon inizio comunque, per una band che ha tanto amore per il metal e che ha ancora tutto il tempo di crescere.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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