Non mi aspettavo grandi stravolgimenti rispetto a quanto proposto dai
Wobbler e così è stato. Il debutto solista di
Lars Fredrik Frøislie concepito durante la pandemia contiene infatti tutti i tratti musicali distintivi dei norvegesi, con i timbri tastieristici caldi e analogici più che mai in primo piano.
La lunga e concitata
“Rytter Av Dommedag” è un concentrato di nostalgia e
prog-nografia che sfocia nella bucolica e più rilassata
“Et Sted Under Himmelhvelvet”, con il suo inconfondibile aroma di boschi e foreste del nord Europa.
È invece l’organo Hammond a caratterizzare la vivace e spigolosa
“Jærtegn”, con il “solito” intermezzo toccante e drammatico che serve a lanciare l’epica e conclusiva
“Naturens Katedral”, enigmatica, crepuscolare e dominata da brillanti aperture melodiche.
Ci si sente quasi in colpa a vivere nel 2023.
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