Partiamo da una ‘profonda’ riflessione/esternazione, fosse per me
‘Come, Sweet Death’ sarebbe album dell’anno in ambito death (ovviamente insieme a quello dei miei ‘protetti’
Ironmaster) per distacco… perché ? Semplicemente perché , come dice l’
Hammerheart , nel suo lancio promozionale, l’album ‘bring back to the golden ages of Swedish Death metal’ e allora ? Cosa pretendere di più ? Poco se siete dei fanatici del death svedese perché qui c’é tutto quello che la storia del suono della morte ci ha insegnato con brani come
‘The Perennial Desire’ , la title track o
‘Teeth Of The Hydra’ che più classici non si puo’ grazie all'alternanza tra momenti cadenzati e sfuriate bestiali, che sono gli elementi che da sempre costituiscono la pur’essenza di questo sound, il cui vero punto forte é il saper rimanere fedele a se stesso, pur risultando coinvoilgente , credibile e fresco, senza per questo doverne stravolgere i canoni o integrare in esso dubbie influenze. Le chitarre sono sufficientemente ‘a motosega’, il drumming é un continuo pestare duro, forte, ‘grosso e grasso’, e quando é il momento di spingersi oltre, dei solos melodici (
‘Vertiginous’ e
‘Deathspawn’ etc) arrivano ad impreziosire ancor di più la proposta. Inutile aggiungere che anche le vocals sono pure Swedish death metal style… E allora ? Allora resta il fatto che siamo nel 2023 e per quanto molti di noi siano cresciuti con questo sound, cio’ che ci puo’ portare
‘Come, Sweet Death’ é solo un sorriso di beota compiacimento che si protrae per 38’ , ma alla fine, sinceramente, quante volte lo preferiremo all’ennesimo ascolto dei nostri amati classici ? Ottimo album per i neofiti, discreto ripasso per tutti gli altri, ma in fondo ‘che ce frega’, Long Live Swedish Death Metal !
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