Mi pare ieri che ascoltavo il debutto "
Recursive" dei lombardi
Methedras, al tempo una scoperta in ambito thrash metal nonostante la band fosse già attiva tra demo (eh sì, a quel tempo si iniziava da numerosi demo prima di arrivare all'agognato cd) e live da quasi una decina di anni; da allora sono passati praticamente 20 anni ed il buon
Andrea Bochi è ancora qui, con la stessa passione di allora ma senza dubbio con maggiore professionalita ed esperienza maturate nell'arco di cinque dischi e quattro lustri di onorata carriera.
Con gli ingressi di
Rex Caruso - che non ha bisogno di presentazioni - alla voce ed
Edo Sala dei
Folkstone alla batteria nasce così il loro sesto lavoro sulla lunga distanza intitolato "
Human Deception", e già dall'opener "
Know It All" si intuisce che saranno quaranta minuti e passa di goduria, non foss'altro per la produzione stellare che infatti proviene dai rinomatissimi
Fredman Studios di
Fredrik Nordström, ai bei tempi scelta europea praticamente obbligata in alternativa agli Abyss di
Peter Tägtgren.
Le novità, oltre a quelle inerenti alla lineup, non finiscono qui: senza dubbio il marchio di fabbrica Methedras è ben presente, con il loro death thrash di matrice groovy che li accompagna praticamente da sempre, ma in "Human Deception" la componente estrema sembra aver trovato maggior spazio, come dimostra la furente "
Injected Thoughts", seppure allo stesso tempo sia un disco più variegato e che offre diversi spunti e differenti punti di vista, basti ascoltare "
Psychotic" o la seguente "
The Abyss" per rendersene conto, trovandosi di fronte quasi a momenti maggiormente melodici e rock n roll, ovviamente ben calati all'interno del contesto dei Methedras, anche grazie al sapiente uso delle vocals di Rex.
Chiude questo splendido trittico la conclusiva "
Layers of Grief", brano forse inusuale ma davvero affascinante e misterioso, che va a sublimare in un chorus angosciante ed evocativo; proprio a proposito di questo, è da segnalare la presenza di
Francesco Ferrini dei
Fleshgod Apocalypse che ha collaborato con la band per quanto riguarda le orchestrazioni presenti in cinque brani su dieci, senza dubbio offrendo quel quid in più alla musica dei Methedras, oltre ai synth analogici ad opera di
Giacomo Gastaldi per quel tocco di cibernetico alienante che non fa mai male.
Seppure, senza esagerare in negativo, non fossi rimasto pienamente soddisfatto del precedente "
The Ventriloquist" del 2018, direi che i Methedras si sono ripresi tutto con gli interessi: non ho alcun dubbio in merito al fatto che "Human Deception" sia il loro disco più riuscito, completo e personale di una carriera sempre volta al progredire ed avanzare senza paura o compromessi.
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