I
Rough Cutt sono stati dei veri prime movers della scena californiana e come gruppo storico devono essere trattati, e poco importa se non sono riusciti ad arrivare al grande pubblico, cosa che per altro avrebbero meritato sulla scorta di due album molto buoni: il primo autointitolato dell'85 (più heavy metal) e questo
Wants You! (più vicino al class metal). L'esordio è avvenuto su una compilation chiamata
LA's Hottest Unsigned Rock Bands nell'83, e la scoperta della band è opera di
R.J. Dio che procurerà il contratto con la Warner Bros. per mezzo di un demo che lui stesso aveva prodotto. Invece la moglie di R.J. Dio diventa la loro manager e contatta
Tom Allom (responsabile delle colate metalliche dei
Judas Priest) come produttore per il primo disco. Nei Rough Cutt sono poi passati signori musicisti come
Jake E. Lee (
Ozzy Osbourne e
Badlands),
Craig Goldy (
Giuffria e
Dio) e
Claude Schnell (Dio). Per
Wants You! si assiste al cambio di produttore ed arriva
Jack Douglas (
Cheap Trick e
Aerosmith) ed in effetti il disco suona come un class metal però contaminato da influenze anni '70, periodo appunto in cui Douglas spopolava.
Rock The U.S.A. assale subito l'ascoltatore riportando a galla gli
Aerosmith di
Toys In The Attic, stessa ferocia, ma di classe.
Bad Reputation si distende su un bel riff elettro acustico con un
Shortino da brivido caldo con le sue melodie grintose ma ovattate.
Don't Settle For Less è un vivace motivo alla
Van Halen, stesse chitarre scoppiettanti e in generale gli arrangiamenti che riconducono alla band di Pasadena, mentre
Hot 'n' Heavy è saettante e vagamente bluesy, per un risultato ancora una volta non distante dai Van Halen.
Take A Chance è una semi ballad un po' di maniera, ma con
We Like It Loud arriva pronto il riscatto, canzone tuonante che chiama in causa i classici
Kiss.
Double Trouble possiede un riff perentorio ma risulta un po' debole sulle strofe; fa meglio
You Wanna Be A Star con il suo metal californiano che piacerà ai fans di band come i
Bulletboys.
Let 'Em Talk ha un riff forsennato, il più heavy di tutto l'album, chiude
The Night Cries Out episodio di gran classe, notturna e suadente, con miglior fortuna poteva tramutarsi in un singolo di successo.
Non dimenticatevi di questi Rough Cutt, storica band che contava sulle acrobazie vocali dell'ottimo Shortino (che poi passerà ai
Quiet Riot) ed un scintillante hard seventies riadattato agli eighties.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?