"
La sindrome di Stoccolma è un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Il soggetto affetto dalla sindrome, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all'amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà con il suo carnefice."
da Wikipedia
Sapevo che sarebbe stata - come sempre per i loro dischi - pura sofferenza.
Ne ero perfettamente consapevole.
Eppure come una falena attratta dalla luce non ho potuto esimermi dall'immergermi nel nuovo lavoro dei
Saturnus, "
The Storm Within", edito da
Prophecy Productions.
Perciò ho esordito con le righe sopra.
In fondo ho avuto 11 anni (!!!) per riprendermi da "
Saturn in Ascension", era tempo di riprovare quei brividi, riannodare un filo che temevo si fosse reciso, nonostante le attese bibliche di ogni loro nuovo disco non siano certo una novità (30 anni di carriera, 5 dischi).
I danesi - anche dopo un consistente cambio di lineup - proseguono nella loro traiettoria artistica cesellando musica sublime dettata solo dalle loro anime e non condizionata da nessuno: non dall'etichetta, non dai fan, non dalle mode, non dalla mania di protagonismo.
Il loro death/doom melodico scava nelle pieghe del dolore, le dilata fino a renderle intollerabili ma - nel medesimo tempo - ne è anche guaritore, balsamo, potente lenitivo: carnefice e angelo di misericodia (vedi nuovamente incipit).
Le chitarre intarsiano linee che sono contemporaneamente riff e soli, le partiture di piano e tastiera supportano tutto con un afflato malinconico che strazia l'anima e la voce di
Thomas Akim Grønbæk Jensen - ora in possente growl, ora in clean pastoso e caldo - portano le sette canzoni che compongono "
The Storm Within" su vette di puro godimento sonoro.
Nonostante non vengano quasi mai citati, senza questi Signori del Metal molto probabilmente non avremmo avuto
Swallow the Sun, Hanging Garden, Ocean of Grief, Shape of Despair e tanti altri.
Non che ciò interessi granchè ai
Saturnus, ma mi piace riconoscere i giusti meriti ad una grandissima band che ha raccolto infinitamente meno di quanto avrebbe meritato (e nel frattempo i
Sabaton riempiono le arene.....non commento....).
Per rendere omaggio al sestetto di Copenhagen ed all'ennesimo, enorme disco che hanno composto, non trovo di meglio che riportare le parole di un altro loro estimatore, il nostro
Dopecity:
"
Mamma mia, che cazzo di Artisti!".
Ragazzi date retta ad uno stupido: correte ad acquistare "
The Storm Within" e trovategli lo spazio che merita nella vostra collezione.
Saturnus - "
The Storm Within"