Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:53 min.

Tracklist

  1. L'AMI RICORé
  2. TYRANNOSAURUS REICH
  3. INSOUCIANTE BALADE DANS LES BOIS QUAND SOUDAIN...
  4. D'Où ME MET TA HALLE?
  5. PANZERSCHOKOLADE
  6. VOITURE DE COURSE
  7. UNE BONNE MESSE NOIRE DES FAMILLES

Line up

  • Jérôme Bouquet: drums
  • François Deschamp: guitars

Voto medio utenti

Formatisi nel 2009, i Kyzyl Kum sono una band sludge/doom metal francese che da lontano potrebbe ricordare musicalmente un po' i primi lavori dei Cathedral o degi Electric Wizard, in particolare quelli di 'Come My Fanatics...'. Sottolineo quel 'un po' perchè effettivamente la band in questione ricalca in maniera troppo citazionistica i lavori dei suddetti gruppi, risultando comunque all'ascolto godibile e sopratutto, senza troppe pretese, regalando alcuni momenti da ricordare, sopratutto nei suoi ben 52 minuti di durata.

Un fatto curioso riguardante il full length è che è uscito postumo, dato che i Kyzyl Kum si sono infatti sciolti nel 2015, registrando però questo disco proprio nell'anno del loro scioglimento, che è stato poi mixato solo un anno fa e pronto per la pubblicazione, in forma indipendente, ora. La proposta musicale, come detto, non è nulal di particolarmente innovativa nè da far rizzare i capelli, ma ci sono canzoni ad esempio come l'iniziale 'L'Ami Ricoré' o 'Insouciante balade dans Les Bois Quand Soudain...' che giocano molto sull'alternanza tra parti doom ed altre più accelerate con un uso del basso molto preponderante, e dove Jérôme Bouquet, alla batteria, si fa decisamente notare. Tutto ciò si alterna ad un'altra facciata, rappresentata da pezzi tipo 'Voiture De Course' che fondamentalmente ripetono le stesse cose ascoltate nella mezz'ora precedente, e stesso discorso è applicabile anche per 'D'où Me Met Ta Halle?'.

Si può quindi dire che i Kyzyl Kum abbiano lasciato un ricordo della loro esistenza quantomeno sufficiente? Più che sufficiente, senza sconvolgere nulla e nessuno, questo secondo lavoro omonimo riesce a difendersi, e un ascolto non gli dovrebbe esser negato.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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