Se c’è una cosa che non si può contestare ai
Tusmørke è la continuità. Cascasse il mondo, almeno un (breve) disco all’anno i norvegesi lo devono pubblicare…
Il nuovo
“Hestehoven” è probabilmente una delle prove più organiche del collettivo, pregna di quel folk progressivo marcatamente nordico (
“Cycle Of The Gylfaginning”) ispirato a scenari fiabeschi e bucolici (
“Hestehoven”).
Tracce disimpegnate ma comunque eleganti (
“Den Behornede Guden”, “Jeg Klumser Deg”) controbilanciano episodi dall’incedere spigoloso e lisergico che rievocano i lavori meno recenti (
“Åndemaneren”, “Kyprianos”), prima dell’incalzante
“The Wicked Ways Of Witches And Wizards”, che spicca per il groove ficcante e per l’approccio epico.
Dai che il 2024 è vicino.
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