C’è un solo motivo per ascoltare il nuovo, ennesimo live album di
Steve Hackett, ovvero il mix del leggendario
Chris Lord-Alge, fonico attivo dagli anni Ottanta al servizio - tra gli altri - di James Brown, Joe Cocker, Bruce Springsteen, Green Day e chi più ne ha più ne metta.
Sulla scaletta c’è poco da dire (viene riproposto l’intero
“Foxtrot” dei Genesis insieme alle canzoni più celebri di Hackett solista, da
“Ace Of Wands” a
“Shadow Of The Hierophant”), mentre è davvero la produzione particolarmente patinata a colpire, più vicina a quella di un disco in studio che dal vivo.
Alle mie orecchie, questo aspetto risulta evidente nelle tracce vocali - particolarmente “secche” rispetto ai recenti live mixati dal fido
Roger King - e nelle tastiere, con diversi timbri iconici piegati alle solite esigenze di compattezza di Lord-Alge (il Mellotron di
“Watcher Of The Skies”, in questo senso, è quasi irriconoscibile).
Tutto questo non influenza il giudizio sull’ottima performance di una formazione consolidata, che accompagna l’ex-Genesis ormai da anni. Però anche basta.
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