Un artwork minaccioso, dallo sfondo sognante, particolarmente affascinante, un monicker accattivante ed un suono volutamente grezzo, accentuato da una produzione furbescamente sporca, che fa molto “anni ’80”; non v’è dubbio alcuno che questo duo americano, formato da
Dan Munro (voce e chitarra) e
Reuben Storey (basso e batteria), ci sappia fare e che, a dispetto dell’inesperienza, conosce i giusti trucchetti del mestiere per attirare immediatamente l’attenzione.
La band in questione si chiama
Vision Master, proviene dallo stato di Washington ed esordisce sul mercato discografico con
Sceptre, un lavoro asciutto, eppure pieno zeppo di energia, che fa di tutto per apparire acerbo, ma che tale non è.
Infatti, lo scopo della band, nemmeno tanto velato, è quello, sulla scia di ciò che già hanno fatto negli ultimi anni i vari
Haunt,
Night Demon,
Cauldron,
Kryptos ecc, di far riemergere il tipico sound, forse un pò scarno, ma genuino, efficace e particolarmente graffiante che si affermò tra la fine anni ’70 e l’inizio degli ’80, a cavallo tra hard rock e NWOBHM, con derivazioni speed, ma anche doom e sludge. Sotto questo profilo, i
Vision Master riescono a centrare in pieno il loro obiettivo, considerando che
Sceptre è, per l’appunto, un alternarsi senza sosta di momenti che richiamano i primi Maiden dell’“era Di Anno” (ne è un esempio
Gossamer Sky), gli Angel Witch (vedasi la opener
Wolves In The Shadows, oppure la potente
Sandstone), i Diamond Head (
Dust Within), ma anche i Motörhead (come nella brevissima, ma incisiva
Wet Net) e i Black Sabbath (emblematica la doommosa
Walls Of Bone).
Tuttavia i Nostri, complici un fortissimo temperamento e l'inconfondibile voce abrasiva di
Dan Munro, non si limitano a riproporre in maniera passiva le suddette influenze, ma riescono a reinterpretarle, proponendo un'esplosività musicale del tutto personale che emerge prepotentemente nelle varie composizioni, in particolare nelle prorompenti
Knife In A Velvet Glove,
Arc Terminal X o, ancora, nell'arrogante
Beyond.
La carta vincente dei
Vision Master sta nella spontaneità con cui, in ogni momento, riescono ad esprimere la propria visione musicale (un pò “rétro”) con efficacia e disarmante naturalezza, segno evidente che la band ha una sua precisa identità e riesce a incidere!
Sceptre sprigiona 38 minuti di pura energia a base di un sound schietto e semplice, che tuttavia sa farsi piacere, privo di orpelli melodici o di sbrodolate tecniche ma, al contrario, essenziale, ruvido e, soprattutto, fottutamente genuino.