Cinque tizzoni infernali, dopo un discreto periodo di lavoro in sordina, giungono alla pubblicazione del loro primo full-length:
“Inferno”. Essi fanno appello al nome di
Aborescence of Wrath e sono un supergruppo nato dall’unione delle forze di musicisti facenti parte di note formazioni estreme come
Origin,
Marduk e
Benighted.
Per la precisione la line-up è composta da:
Jason Keyser (Origin) – Vocals, Michel Beneventi – Guitars, JP Battesti – Guitars, Simon Schilling (Marduk) – Drums e Charles Collette (ex-Benighted) – Bass
La loro proposta musicale è un Brutal Death pesantissimo e dall’elevato tasso tecnico con una vena Deathcore che si fa sentire in molti passaggi, data in particolar modo dal cantato spesso “urlato” di
Jason Keyser, che si diletta sia nel classico growl estremamente ribassato del Brutal che nello scream più putrescente.
Si tratta di nove tracce devastanti, dotate di una potenza sonora esagerata e avvolte da un’aura nera che rende il prodotto terrificante. Ciò che più di ogni altra cosa risalta all’orecchio è il tiro della sezione ritmica, che erige un muro sonoro invalicabile – provate ad ascoltare
“Hangman”, “Wrath” e
“Temple Of Ashes”, giusto per citarne alcune – grazie alla coppia d’asce
Beneventi/Battesti a cui come fosse un unico corpo si aggiunge il drumming tellurico e ipertriggerato di
Schilling. Caratterizzato da blast beat letali che si snodano su varie velocità con cambi di tempo repentini e una doppia cassa suonata su frequenze improponibili. Resta invece un po’ troppo chiuso in trincea il basso di
Colette che si limita a sostenere l’invalicabilità del muro eretto dagli Arborescence.
Da segnalare sono anche i numerosi e corposi breakdown che lasciano intendere come i nostri abbiano assimilato nel loro sound seminale e old-school anche le tendenze più moderne.
Non manca altresì all’album una lieve attitudine sperimentale, come si può evincere da alcune sovraincisioni parlate in clean vocals, o in brani come
“Holier Than You”, che sorprende con una solenne introduzione cantata da parte di una voce d’opera femminile accompagnata dal piano, prima che si scateni definitivamente
l’”Inferno”.
La produzione è delle più moderne e curate che si possano trovare in circolazione, ed anzi la sensazione è che il platter sia lievemente iperprodotto; per capire se, e fino a che punto, sarebbe interessante vedere i cinque deathsters all’opera in sede live.
“Inferno” si snoda su un totale di circa 42 minuti, di cui gli ultimi sono dedicati ad una bella cover di
“Into Everlasting Fire” degli
Immolation.
Le nove schegge scorrono piuttosto bene nonostante la monoliticità di insieme che caratterizza il CD; probabilmente una durata inferiore avrebbe giovato all’economia di ascolto, poiché si arriva al termine della tracklist con un po’ di stanchezza, ma nel complesso siamo di fronte ad un ottimo lavoro, tecnico come pochi altri nel suo genere e con un arsenale bellico micidiale. Il quale oltre che a colpire duro tenta l’impresa, riuscita solo in parte, con il suo orizzonte demoniaco, di restituire intatta al Death Metal la capacità di incutere il timore reverenziale che gli si addice.
https://www.youtube.com/watch?v=w2PbW8f7HMk
Recensione a cura di
DiX88