Non conoscevo gli svedesi
Jord e quindi il mio approccio al loro terzo album
"Tundra" è stato scevro da qualunque condizionamento, sia positivo che negativo, fermo restando che non sono in grado di sapere se il gruppo (prima one man band) abbia evoluto la sua proposta o sia rimasto sulle stesse coordinate sonore.
Fatta questa doverosa premessa, devo dire che l'ascolto dell'album scorre via piacevolmente e la proposta dei
Jord, fatta di un metal "estremo" molto melodico, atmosferico, dal taglio epico e dagli arrangiamenti che puntano in direzione dell'eleganza e di un forte spirito evocativo, mi ha lasciato una buona impressione sebbene, in questa "materia" sonora, act come Vintersorg o Falkenbach (per citare due nomi che certamente hanno ispirato gli svedesi) abbiano fatto di molto meglio, raggiungendo vette qualitative sconosciute a
"Tundra".
Del resto, i maestri sono i maestri, mentre i
Jord sono dei buoni "seguaci" capaci, comunque, di scrivere sette brani ben bilanciati tra ariose aperture melodiche (sottolineate da pianoforti, chitarre acustiche e assolo dall'indubbio gusto) ed escursioni in campo black metal (mai troppo spinte), il tutto sorretto da un mood "orgoglioso" e da una matrice folk che si intrecciano a costituire la spina dorsale di un album che, considerazione mia personale, andrebbe ascoltato in autunno con la pioggia al fine di godere al massimo delle sue armonie e della sua fierezza.
"Tundra", dunque, supera la prova del mio giudizio (e chi sono?) e, sebbene non cambierà le sorti del genere, resta un lavoro da ascoltare e da apprezzare poiché la qualità c'è così come la passione di un gruppo in grado, con le note, di riportarci indietro nel tempo verso epoche in cui i valori erano ben altri rispetto a quelli odierni.
Adesso andrò ad ascoltare gli album precedenti...
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