I tedeschi
Diabolic Night, nati nel 2013 per volontà del polistrumentista
Heavy Steeler, a distanza di circa quattro anni dal loro debut album,
“Beyond The Realm” (2019), rilasciano il suo successore: “
Beneath The Crimson Prophecy”, sempre tramite la
High Roller Records.
La proposta dei
Diabolic Night è indubbiamente quanto di più old-school si possa trovare, ovvero uno Speed-Thrash dalle tinte Black che affonda le radici in gruppi come
Venom,
Bathory, i primissimi
Slayer, i
Sodom e i
Kreator, nel quale si inseriscono alcuni momenti caratterizzati da un guitar-work melodico di chiara matrice N.W.O.B.H.M., dai toni che sovente si fanno epici e sontuosi.
Anche il sound, tramite una produzione volutamente rétro, ricalca fin troppo pedissequamente quello dei gloriosi anni 80.
È notevole lo sforzo di
Heavy Steeler di tenere in piedi il progetto completamente sulle sue spalle, fatta eccezione per le parti di batteria che invece sono suonate da
Chris Börner, alias
Christhunter (presente in vari progetti dell’underground come
Devour The Sun,
Nuctemeron,
Victmins of Classwar, e altri).
Rispetto al suo predecessore,
“Beneath The Crimson Prophecy” risulta più coeso, nel senso che le varie anime stilistiche del gruppo (Speed/Thrash, Black, N.W.O.B.H.M., toni Power/Epic) che risultavano non perfettamente integrate tra loro, trovano qui una migliore unità, questo anche grazie al fatto che sembra che il poliedrico musicista stia imparando a non abusare del suo virtuosismo melodico, che spesso lo disallineava eccessivamente dalla trama di fondo; ma in ogni caso non è ancora riuscito a trovare la miscela adeguata alla sua proposta, la quale risulta tutt’ora leggermente disomogenea e dispersiva. Inoltre il platter purtroppo denota una forte carenza di identità; e non solo per il desiderio di voler ad ogni costo ricalcare i gloriosi fasti degli 80’s – tutto sommato molte band lo fanno, tra cui alcune anche con risultati nettamente migliori (mi viene a mente per esempio l’ultimo album dei
Cruel Force) – , ma è la mancata capacità di soggettivare a pieno il classico Speed/Thrash di quegli anni. Inoltre le carenze in fase di songwriting vanno oltre alla disomogeneità dei pezzi; vi è proprio un'identità inconsistente anche di essi stessi, che così strutturati non consentono la loro memorizzazione.
In ogni caso il prodotto ha un buon tiro, e qualche canzone in grado scatenare l’headbanging c’è, come
“Tales of Past &Mistery”,
“The Sacres Scripture”, e le piacevoli
“Vicious Assault” e
“Voyage to Fortune”.Heavy Steeler è sicuramente un ottimo esecutore ma farebbe bene ad avvalersi di un vero e proprio gruppo. Non che sia impossibile fare ottimi dischi anche da soli, come tutti sappiamo esistono molte grandiose one-man band, o comunque ottime realtà sostenute da pochi polistrumentisti, ma è estremamente difficile farlo; ed è possibile solo a patto di aver le idee chiarissime sul risultato finale che si vuole ottenere e sul “contenuto” da veicolare. E questo purtroppo non pare essere il suo caso.
Recensione a cura di
DiX88
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