Quest’anno torna il deus ex machina dei
Profanatica, l’ineffabile
Paul Ledney con una nuova formazione e un nuovo album sempre sotto le malsane vesti anticristiane.
Se questo va apprezzato per una vena idealistica coerente che ha sempre contraddistinto il batterista e vocalist, non è così rimarcabile nell’ascolto musicale invero deludente.
Si tratta del classico black/death blasfemo, marchio marcissimo che caratterizza da sempre il suono degli statunitensi, ma sono le canzoni a mancare, si picchia sempre con qualche variazione sul tema, riff zanzarosi dal taglio swedish death metal per il suono delle chitarre ma assai monotoni.
Ho provato svariati ascolti, ma nulla mi resta nella memoria, sembra un disco fatto con molto mestiere che con sentimento, peccato data la caratura della band, forse l’unica traccia che incide un poco è la conclusiva “
Division of robes” dove c’è uno spirito inquietante che aleggia su tutta la composizione, ma resta ben poco.
Album che accontenterà chi ha voglia di sonorità maligne, sataniche e distruttive, ma io cerco anche sostanza.
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