Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2023
Durata:50 min.
Etichetta:Ulterium Records

Tracklist

  1. DANIEL'S PROPHECY
  2. MINISTRY OF TRUTH
  3. SALT OF THE EARTH
  4. INTERPRETER OF DREAMS
  5. PILGRIM ROAD
  6. SERVANTS OF THE FALLEN ONE
  7. SEA OF GALLILEE
  8. PREPARE FOR WAR
  9. UNDIVIDED
  10. SHIELD MY SOUL

Line up

  • Ronnie König: bass
  • Filip Koluš: guitars
  • Ján Tupý: keyboards
  • Jaro Jančula: drums
  • Jota Fortinho: vocals

Voto medio utenti

Solito bel dischetto, tanto energico, quanto estremamente melodico, quello partorito dagli slovacchi Signum Regis che, ormai da 15 anni abbondanti, calcano regolarmente il palcoscenico del power metal europeo.
Undivided, uscito per la Ulterium Records, rappresenta la settima fatica discografica per la band capitanata dagli storici Ronnie König (basso), Filip Kolus (chitarra) e Jan Tupy (tastiere), a cui, negli ultimi anni, si sono affiancati i vari Jaro Jancula (batteria), Majo Suchan (chitarra) e il bravissimo vocalist brasiliano Jota Fortinho.

Eppure, nonostante ci si trovi dinnanzi a un platter assolutamente valido, non tutto gira per il verso giusto e, a conti fatti, Undivided possiede tutti i crismi del classico “lavoro riuscito solo per metà”.
Se da un lato, i Signum Regis sembrano voler proseguire il convincente percorso intrapreso a partire da The Reckoning e sviluppato coi successivi Decennium Primum e The Seal Of a New World, fatto di sonorità armoniose, ma corpose e incisive, dall’altra parte, il loro sound inizia a mostrare qualche crepa.
Le perplessità nascono da subito e riguardano alcune composizioni un pò troppo artefatte, è il caso delle iniziali Daniel’s Prophecy, Ministry Of Truth o Salt Of The Earth, che alternano buone trame chitarristiche, ad una sezione ritmica piatta e a delle linee melodiche poco spontanee, oltre che eccessivamente morbide.
Fortunatamente però, dopo questa “falsa partenza”, l’album sembra volersi rimettere immediatamente in carreggiata, potendo contare su tracce compatte e qualitativamente convincenti, quali Interpreter Of Dreams, Pilgrim Road, Sea Of Galilee, la title-track, oppure la conclusiva Shield My Soul, caratterizzata dai suoi fortissimi echi maideniani.
Ciò nonostante, talvolta i Nostri incappano nuovamente in qualche refrain un pò stucchevole, che finisce per svilire brani, comunque validi, come Servants Of The Fallen One, oppure Prepare For War.

Al termine dell’ascolto, si ha come il sospetto che i Signum Regis, con questo album, si siano sentiti in dovere di dimostrare, A TUTTI I COSTI, qualcosa a qualcuno, perdendo cosi la loro tradizionale genuinità che, fin qui, li aveva sempre contraddistinti.
Peccato, perché Undivided resta comunque un disco valido, che può contare su strutture corpose, chitarre sempre taglienti e musicisti tecnicamente validi, ma la scelta di ricorrere sovente a trame melodiche eccessivamente zuccherose e talvolta scontate, non paga; si registra quindi inevitabilmente, un leggero passo indietro rispetto precedenti lavori, che invece, erano apparsi molto più freschi e coinvolgenti.



Recensione a cura di Ettore Familiari

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