Rimango sempre affascinato quando leggo testi macabri e misantropi, quando sento certe sonorità gelide e lugubri, oppure quando sento che il demo è stato registrato in una terta casa di campagna e di notte, e se il mio giudizio si fermasse a ciò sarebbero tutti voti altissimi. I leccesi Krematorium sono qui al primo demo, composto di sette tracce di cui tre strumentali. Le quattro tracce cantate invece rimandano ai Darkthrone, con riffing gelido e maligno, e una registrazione pessima che rende lo screaming di Kerorg ancora più brutto di quanto non sia in realtà. Non siamo dalle parti del capolavoro, ovviamente, e gli spunti di nota sono tutti in certi arpeggi tristi e malinconici, nonché, come già detto, nei testi ossianici.
Paradossalmente il meglio di sé il duo leccese lo dà con le strumentali, discrete vibrazioni ambient/folk, con tanto di lupi ululanti e corvi (o upupe) gracchianti. L’ultima volta che sono stato in Puglia non mi è sembrato un luogo così tetro e funereo.
La proposta mantiene un certo fascino, ma non credo abbia futuro in quanto non c’è nulla veramente degno di nota, nulla che non sia ancora stato fatto, nulla per cui valga la pena di arrischiare, in un eventuale futuro, i propri soldi. Magari buttatevi sull’ambient esoterico, forse qualcosa di buono lo si tira fuori

Contatti: www.krematorium-band.com