In principio furono le
Birtha, le
Girlschool, le
Runaways, le
Heart, i
Reckless, i
1994 e
Desmond Child &
Rouge a guidare la truppa hard & heavy con almeno una presenza al femminile, e probabilmente poco altro. Solo a partire della seconda metà degli anni ottanta la scena aumentò a dismisura, con risultati a volte non molto confortanti, vedi
Femme Fatale o
Envy, che mancavano di una prorompente personalità. Cosa che non si può dire di questi
Witness, oggi criminalmente dimenticati.
La band proviene da Atlanta e si era formata nell'estate del 1985 (appunto) e cosa più sorprendente senza alcun background di livello. I fondatori sono la bravissima cantate
Debbie Davis, il chitarrista
Joey Huffman e il bassista
Eddie Boyd. La band lavora duramente suonando ovunque, ma subito non riesce ad ottenere un contratto discografico e la chiamata arriva solo alla fine dell'86 quando vengono notati da
Clive Davis, presidente dell'
Arista Records. Le registrazioni sono effettuate con due produttori,
Kevin Elson (
Journey e
Europe) e
Bill Drescher ed il disco esce nell'agosto dell'88.
La musica dei Witness ricorda principalmente quella delle Heart ma in chiave molto personale, così come fa subito intendere l'elettricità satura del singolo "
Do It Till We Drop", scritto dallo scozzese
Frankie Miller. Anche
Michael Bolton,
Martin Briley,
Neal Schon e
Warren Tuttle contribuiscono alle composizioni. "
Show Me What You Got" possiede un suono compattissimo, con chitarre ruggenti che sfiorano l'heavy californiano sospinte da un hammond dalla tempra calda. "
Am I Wrong" è più ad ampio respiro con i synth in bella evidenza ed un coro quasi alla
Bon Jovi, ma "
Disperate Lover" riparte con un riff serrato, il sound viene sgravato da una parte corale che riconduce proprio ai 1994. "
Let Me Be The One" è sognante e romantica e farà felici i sostenitori di Desmond Child & Rouge con un refrain perfetto. "
You're Not My Lover" è ancora giocata tra Heart e Bon Jovi con il suo ritmo saltellante e anthemico. Che i Witness abbiano un songwriting eccezionale è testimoniato anche da "
Jump Into The Fire" dove i synth fanno la voce grossa ma senza perdere un'oncia di consistenza hard. "
Borrowed Time" è hard rock puro, mentre "
Back To You" posta in chiusura insiste sulle Heart song, modellate però secondo i parametri Witness.
Un disco che non può mancare nella collezione degli amanti dell'aor decisamente sul versante hard, con una produzione eccellente e scintillante.
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