Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:39 min.
Etichetta:Visory Records Suisse
Distribuzione:Believe Digital

Tracklist

  1. THE HARDEST THING TO QUIT
  2. CAFFEINE AND TRAMADOL
  3. FOLLOWER
  4. ANOTHER DAY ON THE HILLSIDE
  5. FAXHALL NIGHTS 2001
  6. BOMBOCLAT
  7. WAY BACK HOME

Line up

  • Pietro Beltrami: vocals, keyboards
  • Riccardo Demarosi: bass, guitar, vocals
  • Michael Fortunati: guitar
  • Federico Merli: drums
  • Antonino Rivoli: bass on “Bomboclat”
  • Renato “Febbo” Frattolillo: vocals messages on “Bomboclat”
  • Francesco “Miura” Saccullo: additional beatmaking on “Faxhall Nights 2001”

Voto medio utenti

Apprendere del ritorno discografico dei Tryptamin, a distanza di ben dieci anni dal precedente “Monday hangover”, è una di quelle notizie che farà felice chi come il sottoscritto li aveva accolti come una vera “boccata d’ossigeno” in una scena musicale dove invece è spesso “l’aria viziata” a farla da padrona.
Ero dunque molto curioso di ascoltare questo nuovo “Piacenza, Wisconsin”, il risultato di un tracciato creativo riavviato nel 2020, e cioè nel momento in cui il mastermind del gruppo Pietro Beltrami ha ritrovato gli stimoli e il giusto fervore per tornare a diffondere sotto lo “psicotropo” monicker la sua singolare miscela di note e acume.
Eh già, perché il “tempo” non ha minimamente intaccato la personalità e l’inventiva dei Tryptamin, oggi artefici di un suono maggiormente orientato al synth-pop e alla new-wave, conservando intatta una forza espressiva sempre palpitante, sorprendente e parecchio appagante sotto il profilo emotivo.
Supportato dai fedeli collaboratori Michael Fortunati e Federico Merli, affiancato dal nuovo membro Riccardo Demarosi (responsabile anche della registrazione, del mix e del mastering dell’albo), Beltrami ripropone in forma più elettronica il mood al tempo stesso malinconico, raffinato e accattivante del disco precedente, in un flusso emozionale coinvolgente e dinamico, espletato attraverso una prestazione esecutiva assai accurata e matura.
Un’estetica sonora estremamente sofisticata che si traduce in una calibrata forma di rock hi-tech ricco di nervose spigliatezze pop, in cui non è tanto agevole individuare rifermenti “certi”, richiamando nella memoria una variegata schiera di suggestioni che coinvolge in contemporanea Radiohead, New Order, Editors, Ultravox e Coldplay.
Si parte con il ricercato electro-pop “a presa rapida” “The hardest thing to quit”, e se vi siete mai chiesti come suonerebbe una (improbabile) jam-session tra Coldplay e Joe Jackson in "Caffeine and tramadol
potreste trovare delle concrete indicazioni.
L’ugola calda e flessuosa di Beltrami si conferma uno dei punti di forza del gruppo anche in “Follower”, un misurato dosaggio tra incisive partiture ritmiche e atmosfere rarefatte e voluttuose, mentre il clima in “Another day on the hillside” diventa più brumoso ed enigmatico, impreziosito da una chitarra liquida e trasognante.
Fascinose e pulsanti architetture sonore (con tanto di pattern di sapore mediorientale) intridono “Faxhall nights 2001” e se “Bomboclat” palesa il lato più energico (intriganti anche le variazioni reggae) dei nostri, “Way back home” riprende a veleggiare sulle traiettorie di un pop-rock sintetico, vellutato e iridescente, adatto a sugellare un albo che pur senza ostentare l’intento di apportare radicali sovvertimenti ai dogmi della musica contemporanea, piace (e molto) per i sintomi evidenti di una passionale irrequietezza artistica che riesce a far collidere ispirazione, stile e pure (perché no?) importanti potenzialità “radiofoniche”.
Bentornati Tryptamin … e ora speriamo che il pubblico dimostri che “l’intelligenza non è un difetto”, nemmeno quando si tratta di una faccenda “frivola” come una coinvolgente raccolta di canzoni.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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