L’
Amor Fati Production sembra avere proprio un debole per il cosmic black metal e derivazioni varie, infatti, praticamente in contemporanea con le uscite (vinile + cd compilation) di
Oerheks pubblica il debut album di
Netherdom, one man band francese, del cui main man non si sa assolutamente niente, a parte che quest’album è una sorta di compendio personale del tempo passato all’interno della scena estrema ... e allora diciamo subito che il tempo non è passato invano,
Artivitra (questo il monicker) ci presenta un album composto di soli tre pezzi, mediamente lunghi, di cui l’ultimo, e più rappresentativo, supera i 23’ ... detto che fare pezzi lunghi è ormai una moda imperante o forse un bisogno impellente in questo genere, c’è da dire che
‘Forsaking Forseeking’ è un album ‘piacevole’ che scorre via facile e che, incredibilmente, non annoia, visto che, seppur con cambiamemti minimi, i pezzi si differenziano l'uno dall'altro. L’opener
‘Lured By That All Is Forsaken’ è una classica black metal track dove però la logica compositiva, e non il chaos , la fa da padrone, e infatti ad un inizio alla velocità della luce, si alterna una lunga parte centrale più ragionata e ‘introspettiva’, dove le chitarre si fanno sentire nel tessere riffs che donano al pezzo un flavour molto melanconico . La seguente
‘In The Depths Of The Fog’, grazie anche a delle spoken words non memorabili, ma non troppo penalizzanti, offre una differente varietà d’atmosfere e velocità d’esecuzione all’iniziale aggressività, ma nel complesso la trovo un po’ inferiore alla precedente. La conclusiva
‘To Forsake Remnants Of An Existence Bereft Of Meaning’ è un lunghissimo viaggio all’interno delle volontà e dei desideri musicali di
Artivitra e ne racchiude in maniera totale tutte le aspirazioni artistiche, tra parti rallentate (leggermente) , improvvise sfuriate sorrette da urla strazianti e synth old style . La produzione scarna ma efficace permette alla composizioni di risplendere in tutta la loro terrificante freddezza e regalarci così un viaggio negli infiniti spazi siderali. Non un album ‘necessario’ , ma certamente un’ennesima opera che ‘rallegrerà’ gli amanti di
Paysage d'Hiver,
Voidsphere e compagnia ‘cosmica’
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