Non un solo singolo momento di pausa per i canadesi
Hyperia che, al fronte di una carriera che conta già tre album e un EP, continuano a macinare materiale su materiale, arrivando verso la fine di questo 2023 con questo nuovo lavoro,
'The Serpent's Cycle', che segue a ruota
'Silhouttes Of Horror' che era uscito solo un anno e mezzo fa. C'è da chiedersi se tutta questa furia, sia musicalmente dato che ci troviamo davanti a una proposta di thrash metal vecchia scuola, che dal punto di vista compositivo abbia dato i suoi positivi frutti. Certo è che se si guarda ai due precedenti album già realizzati dalla band, non ci si può certo lamentare di ciò che ci viene offerto anzi, chiariamo, è musica molto standard, coinvolgente al punto giusto, ma comunque nulla per cui strapparsi i capelli, però funziona molto bene. Anche se il motivo per cui gli
Hyperia continuino a mantenersi su dischi dalla durata complessiva di quasi un'ora, mentre se ne venissero eliminati almeno quindici ne uscirebbe un lavoro assai più digeribile e compatto, resta per me un mistero.
Anche questo nuovo album non si discosta troppo dai due precedenti, e mentre vere e proprie sfuriate come
'Automatic Thrash Machine' (un titolo che fa presagire già tutto) o
'Deathbringer' faranno felice la vita dei thrasher più incalliti, potrebbe invece suonare estranea la cover degli Heart,
'Crazy On You', ma che al contrario si rivela davvero ben fatta, con la voce pungente ma potente di
Marlee Ryley capace di dare quel quid in più. Sembra di essere, dalla prima all'ultima canzone, in un equilibrio tra gli Exodus di 'Impact Is Imminent' e i loro compaesani Terrifier, il che sicuramente non è male. Ad abbassare, e di parecchio, il voto complessivo che potete guardare in alto a sinistra è però la produzione che è abbastanza affossata, e dove è difficile distinguere una cosa dall'altra. Ora, io posso anche capire il voler suonare old school con una produzione risicata all'osso e che punti di più sull'impatto, ma in questo caso è veramente difficile, sopratutto per quanto riguarda la batteria, vedasi
'Trapped in Time' come esempio generale. Un accortezza che, se leggermente migliorata, poteva giovare al risultato complessivo.
'The Serpent's Cycle' è comunque un disco più che buono, che ogni amante del buon thrash metal non deve ignorare, ma che al netto di alcuni (evidenti) difetti poteva puntare anche più in alto.
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