Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:40 min.
Etichetta:KJMS Records

Tracklist

  1. DISAFFEAR
  2. SHOCK
  3. METAL
  4. MACHINE
  5. SURVIVAL
  6. REBORN
  7. SIMMER
  8. BLACK FOG

Line up

  • Koichiro Sugimoto: vocals
  • Jun-Ichi Hayakawa: guitar
  • Masaki Sumi: bass
  • Osamu Matsumoto: drums

Voto medio utenti

Apparsi letteralmente dal nulla, arrivano direttamente dal Sol Levante i Deaflock. Formatisi nel 2000, pubblicano soltanto otto anni dopo il loro debutto discografico. Non so di preciso cosa abbiano fatto in questo lungo lasso di tempo, ma di qualsiasi cosa si trattasse, dal mio punto di vista avrebbero fatto meglio a continuare a farla invece di incidere quest’album.
Non che sia così pessimo, chiariamo, però anche dopo ripetuti ascolti non mi ha lasciato assolutamente nulla, a dispetto di un inizio di tutto rispetto affidato a “Disappear”, abbastanza fresca e coinvolgente… Purtroppo nel prosieguo le cose iniziano a peggiorare man mano che i brani si succedono, facendo venir fuori tutti i limiti compositivi del quartetto giapponese.
In “Reality of false pasts” potrete ascoltare del thrash metal derivativo dalla scuola eighties americana, senza però tralasciare qualche influenza più moderna e anche hardcore che spesso e volentieri salta fuori qua e là. Quello che manca, però, è qualche idea particolare, qualche riff assassino che ti colpisce dritto nella schiena. Tutto sa troppo di già sentito e risentito, e pur se suonato bene (a parte una prova quasi scadente di Osamu Matsumoto dietro le pelli…) non riesce a coinvolgere al punto giusto. E se è vero che nei primi due brani, come accennato prima, le cose sembravano far promettere bene, poi ci si perde in un miscuglio di generi e di riff che lasciano il tempo che trovano, senza dimenticare una prova abbastanza priva di mordente del singer Koichiro Sugimoto, che si limita ad urlare per tutta la durata dei brani.
Se avrete, però, la pazienza e la voglia di arrivare alla fine del cd, potrete ascoltare quello che forse è l’unico vero e proprio pezzo interessante di tutto il lavoro, e cioè la conclusiva “Black fog”. Pur essendo assolutamente avulsa a tutto quanto proposto fin’ora, in quanto pervasa di sonorità più sperimentali, quasi ai limiti dell’ambient, riesce, durante i suoi dieci minuti, a rendere giustizia alla band, mostrando il reale valore compositivo dei nostri. Però, appunto, resta un episodio, più che isolato, che non riesce comunque a risollevare le sorti dell’album.
Insomma, veramente troppo poco da salvare in “Reality of false pasts”... La band deve lavorare molto sodo se ha intenzione di dare un seguito a questo CD, migliorando sia le carenza tecniche (voce e batteria, come già detto in precedenza), sia quelle compositive, inquadrando meglio la strada da seguire e prestando più attenzione a riff, refrain e all’atmosfera generale dell’album.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.