Quando, parlando di
Tommy Denander, si definisce il suo
curriculum pressoché “sconfinato” non si esagera per nulla, finendo fatalmente per trascurare qualcuna delle sue innumerevoli collaborazioni.
A titolo di eloquente esempio, avevo completamente “rimosso” dalla memoria il nome dei
Rainmaker, che vedevano il prolifico svedese in società con
Geir Rönning (Sayit, Prisoner, Radioactive),
Tony Franklin (The Firm, Blue Murder, … ma anche qui l’elenco delle partecipazioni è incredibilmente voluminoso) e
Walter Diego.
Autore nel 2000 di un unico albo eponimo per la Z Records, il gruppo viene ora doverosamente riportato all’attenzione della comunità melodica grazie alla sezione dedicata alle ristampe della prestigiosa
label teutonica
Pride & Joy Music.
Rimasterizzato e impreziosito da un nuovo
artwork, l’albo (limitato a cinquecento copie!) è un'eccellente conferma delle rinomate capacità espressive ed esecutive di
Denander e farà sicuramente la felicità di chi ama l’
hard melodico intriso di
feeling blues e istoriato di nobili sfumature magniloquenti.
Governata dalla voce calda e pastosa di
Rönning (qualcosa tra
Bobby Kimball,
Keith St. John e
Chris Ousey) l’opera si presenta con l’
intro sciamanica di una
title-track capace nel suo prosieguo di sollecitare a dovere l’apparato emotivo dei
fans di Toto e FM, per poi aggiungere alla platea dei
melomani gradevolmente “turbati”, grazie all’ardente “
Father of your sins”, anche gli estimatori di
Michael Bolton e
Mike Slamer.
“
Nancy hold on” persevera sui sentieri dell’
hard-blues più satinato e li abbellisce con un
refrain “a presa rapida” e un vorticoso fraseggio chitarristico, “
Kay” aggiunge vaporosa solarità e ulteriore raffinatezza all’impasto sonoro, mentre con “
Seriously” il clima diventa pomposamente crepuscolare, lambendo i confini del manierismo, nonostante un’interpretazione vocale di notevole trasporto.
La ballata elettro-acustica “
Sound of my heart” (vagamente Whitesnake-
esca) ritorna a sollecitare con inattaccabile efficacia le corde dell’emozione, e lo stesso non si può affermare pienamente per l’enfatica “
Going insane”, che tenta di riprodurre le atmosfere care a Magnum e Ten senza inoculare il necessario
pathos.
Andiamo meglio con l’agile “
Blood brother run”, tra Thin Lizzy (con
Rönning che si “traveste” da
Phil Lynott) e Deep Purple, e con “Passion again”, che mesce con innato buongusto
Bryan Adams e
Tom Kimmel.
A chiudere in “gloria” “
Rainmaker” ci pensano poi l’
anthem pulsante e sofisticato “
Bad call” (una sorta di
hard-prog-soul di notevole suggestione) e la cangiante “
King of fools”, che in qualche modo anticipa di oltre vent’anni le sonorità degli A-Z.
Una riedizione (finalmente) molto opportuna per un bellissimo disco ormai di ardua reperibilità, che merita senza dubbio alcuno di essere (ri)scoperto nella maniera più ampia possibile.
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