I
Verilehto sono un progetto black metal finlandese avviato nel 2017 da
Janne Tuikkala (
Dawn of Everwinter,
Muria,
Alpha Noir, ex-
Warceremony ed ex-
Strange Aeon), il quale dopo aver mostrato alcune idee al cantante
Janne Partanen (
Hautajaisyö,
Alfa Pentatonik,
Marraskuun Lapset,
Paavalin Harhat e molti altri), decidono di unirsi e di dare vita ad un disco insieme, ed è così che nasce
“Kuoleman Siipien Havina”, rilasciato tramite la
Inverse Rrecords; in cui
Janne Tuikkala si occupa di tutti gli strumenti (guitars, bass, keyboards and drums), mentre Partanen delle linee vocali e dei testi. I quali vertono su vecchi racconti folcloristici che ruotano intorno all’aurora boreale…Come gli spiriti dei guerrieri caduti vivevano in quelle luci – e cercassero di attirare le persone a unirsi a loro.
La proposta dei
Verilehto è un black metal dai contorni atmosferici che si basa su tempi piuttosto cadenzati spazianti tra down tempo e mid tempo, caratterizzati da un taglio piuttosto duro e incalzante, come per esempio quello dell’ottima
]Lohduton Kylmä Polku[, su cui di tanto in tanto si inseriscono delle accelerazioni repentine che rimandano al death (su tutte, a scopo esemplificativo, cito
“Hirtetyn Hyvästit”). Al contempo il loro sound porta con sé un certo sottofondo melodico, su cui si erge uno scream particolarmente violento e sgraziato, tipicamente finlandese.
La dimensione atmosferica, come intuibile da ciò che è stato appena detto, non prende mai eccessivamente il sopravvento, e anche nei momenti in cui si allunga il minutaggio, si tende sempre a mantenere una certa linearità delle composizioni, il che potrebbe anche essere, e in parte lo è, un punto a suo favore. Mio malgrado però non posso esimermi dal segnalare che proprio questo aspetto del sound – se ho ben inteso la posta in gioco, ovvero creare un bel prodotto atmospheric black metal – avrebbe dovuto essere maggiormente elaborato, e forse anche un po’ dilatato. Poiché, così come tali elementi atmosferici sono strutturati, tendono da un lato a confondersi con quelli di mille altre formazioni, e dall’altro a neutralizzare il potenziale avvolgente e totalizzante dell’ottima musica contenuta in
“Kuoleman Siipien Havina”. Anche aggiungere qualche modulazione in più nel registro dello scream di Partanen, mi riferisco ad alcuni frangenti più articolati, non sarebbe guastato.
In ogni caso ritengo che sia un buon debut album, di cui su tutto ho apprezzato l’attitudine intransigente e squisitamente old-school del duo finlandese, che insieme ad una manciata di buoni pezzi quali
"Lohduton Kylmä Polku",
"Kuoleman Siipien Havina",
"Alla Tähtitaivaan" e
“Hirtetyn Hyvästit”, mi lasciano ben sperare per il futuro della band.
Recensione a cura di
DiX88
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