"Trick-or-treat... dolcetto o scherzetto?", questa la frase che i bambini pronunciano di porta in porta in occasione della vigilia di Ognissanti, la festa di Halloween che, vista la quantità di zucche esposte, sta prendendo piede anche dalle nostre parti. Quale altro nome sarebbe più adatto ad una tribute band degli Helloween? Ed, infatti, un paio di anni fa Luca Cabri dà il via ai
Trick or Treat, si uniscono a lui prima Nicola Tomei, poi Guido Benedetti e Leone Villani Conti (entrambi dai Black Fabula), ed infine Alessandro Conti, già al fianco di Daniele Liverani sulla versione demo del progetto "Genius" ed in alcuni concerti degli Empty Tremor. Dopo i buoni responsi per la loro attività di cover band, i Trick or Treat hanno deciso di mettersi "in proprio".
E' questo il momento di introdurre "Like Donald Duck", primo demo per il gruppo, che li vede prese con quattro brani di propria composizione. La copertina prende le distanze dall'immaginario helloweniano, così invece di caratteristici "pumpkin" troviamo in bella vista un sorridente Donald Duck, che da anche il titolo al Demo. Sul piano musicale è stato sicuramente più difficile tenere a freno le influenze del gruppo tedesco, e lo stesso vale per l'aspetto goliardico che da sempre caratterizza gli Helloween. Questi due aspetti sono indiscutibili sulla titletrack, a partite dai campionamenti utilizzati e dal testo ironico, per passare poi all'andamento musicale e all'interpretazione di Alessandro. "Joyful in Sadness" è invece il brano che tradisce la nazionalità dei Trick or Treat, per via delle linee vocali e sopratutto di un refrain vicino alle soluzioni tipiche del "power metal all'italiana", anche se poi il lavoro delle chitarre si rivela maggiormente personale. Certamente preparato ed efficace Alessandro, in possesso di una buona estensione vocale e di convinzione, lo aiuta poi molto il non atteggiarsi a novello Kiske (gli accostamenti più evidenti vengono fuori con "Back as a Pet"), ed il cercare soluzioni, per quanto possibile, originali. "Perfect Life" si snoda su un bel riff iniziale, un mid tempo articolato con riusciti intrecci vocali e una buona spinta ritmica. Il brano meno immediato di questo demo, ma allo stesso tempo quello che evidenzia meglio il potenziale del gruppo.
Devo, infatti, riconoscere ai Trick or Treat la capacità di saper scrivere delle canzoni potenti ed accattivanti, sempre corredate da spunti interessanti. In questo sono aiutati una tecnica individuale che sembra collocarsi sopra la media. ù
Da seguire con attenzione: l'etichetta di cover band gli sta troppo stretta!
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