I
Saevus Finis sono una band di cui non si hanno molte notizie, sappiamo al momento esclusivamente che sono un trio musicale proveniente dal Portogallo, dedito al death metal e che in questo inizio 2024 rilasceranno il loro debut album:
“Facilis Descensus Averno”, tramite la
Transcending Obscurity Records.
Per le notizie che sono riuscito a reperire tramite la loro pagina Bandcamp, la line-up del gruppo viene così presentata:
“Mortvorvm: Chants of torment and mortuary clamours;
Sangvis Aestvs: Ripper of bones and flesh;
MCMXII: Patterns of bodily destruction “.
Altro non so dirvi.
La proposta dei
Saevus Finis è ascrivibile ad un death metal molto brutale (con un growl estremamente cavernoso), che spazia da veloci partiture tritaossa a rallentamenti caratterizzati da riff asfissianti, claustrofobici e malsani richiamanti alla mente gli
Incantation, udibili sin dalla paludosa opener
“Scorge of Humanity”, o in
Unfulfillment che alterna sapientemente ritmiche doom schiacciasassi a sfuriate grind.
Inoltre vi è un alone oscuro proveniente da una componente black che tende ad affiorare dal loro stile, si prenda come campione
“Those Who Aid and Abet” con le sue chitarre sature, così come le linee vocali – scream che spesso si alternano, anche sovrapponendosi talvolta, al growl –, e una certa dinamica tipicamente “nera”, del blast beat di brani come
“Corpse of Hope”.
Risulta molto interessante il particolare utilizzo delle dissonanze fatto dai portoghesi, accostate in maniera tale da formare una sorta di armonia nel caos disarmonico; richiamandomi alla memoria, in vari passaggi, il maestro
Trey Azagthoth, come avviene in
“Aeon of Spiritual Starvation”. Laddove nei momenti più brutali, in cui si gioca con maggior enfasi con le suddette dissonanze (
“Thou Hast Destroyed Thyself”), sembra di avvertire un richiamo proveniente dalla caverna degli
Immolation.
"Facilis Descensus Averno" è un solido, e al contempo “plastico”, contenitore per tutti gli elementi, derivati dalle influenze artistiche sopracitate, e del lavoro agglomerante e riplasmatorio dei
Saevus Finis , che tocca il suo zenit in termini di pathos nella conclusiva “
title-track”.Un viaggio oscuro dischiuso dai portoghesi con la loro capacità di sintesi dei vertici toccati dai maestri del metal estremo, nei meandri di un arcano e primordiale sentore di spiritualità che mira ad annichilire tutto ciò che gli si pari davanti.
Una
"Facilis Descensus Averno", le cui fiamme anneriscono la nostra pelle.
Recensione a cura di
DiX88
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