Vi mancano i vecchi Kamelot, quelli di Roy Khan, quelli di "Epica" o "The Black Halo"? Ecco, adesso andate in sagrestia, 4 padre nostro e 5 ave maria, poi FORSE vi potrete accostare a "
Nemesis AD", nuovo e splendido capitolo di quei
Serenity di cui mi innamorai con il debut album, che poi quasi persi di vista e che ora ritrovo, felicemente, in formissima.
Arruolato in formazione
Marco "prezzemolo"
Pastorino a rimpinguare i comparti chitarra e voci, il nuovo album ruota intorno alla figura di
Albrecht Dürer da Norimberga, pittore, incisore, matematico e mente eccelsa del 4-500 europeo.
Dopo un'intro 'di circostanza', la prima sorpresa: "
The Fall of Man" fa talmente Kamelot che... la canta
Roy Khan! Ebbene sì, è il norvegese ad aprire l'album, con una canzone che peraltro ritroveremo in chiusura in una splendida versione orchestrale. Ma
Georg Neuhauser non è certo venuto per guardare: da "
Ritter, Tod und Teufel" in poi, il timone è saldamente nelle sue mani, e la presenza di Pastorino (anche in fase di scrittura, immagino, riconosco qualche pattern) non fa che aggiungere sostanza ad un album che si fa più convincente ad ogni ascolto. I brani sono potenti, prodotti splendidamente, con i giusti saliscendi emotivi; una per tutte: "
The End of Babylon", un bel mid-tempo vagamente orientaleggiante, con un uso 'strumentale' dei cori, nel senso che vengono usato proprio come uno strumento, Kamelot docent...
L'album mantiene un livello davvero alto fino alla fine, risultando piacevole, potente, divertente da ascoltare e mai banale. Questo è uno di quei prodotti che meritano la copertina, per la grande qualità che contengono. Buon ascolto, visto che lo comprerete di sicuro. Vero? Vi guardo, eh...
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