La seconda fatica dei finnici
Sepulchral Curse appartiene a quell’insieme di lavori che, nonostante siano ben suonati e discretamente arrangiati, non riesce ad attecchire in profondità.
“Abhorrent dimensions” è l’ennesima variazione muscolare in ambito death metal in cui convergono, a seconda dei movimenti che lo costituiscono, disgressioni blackened oriented, passaggi che strizzano l’occhio al thrash e sprazzi melodici. Il tutto tenuto insieme da ritmi serrati e dal growl incomprensibil-cavernoso del singer
Kari Kankaanpää.
Presi singolarmente, i sette pezzi che compongono
“Abhorrent dimensions” non sono affatto malaccio: troviamo gli immancabili cambi di ritmo così come non manca quell’atmosfera tra il gelido e distante che fa tanto fine anni 90 ed un serpeggiante senso apocalittico a fare da fil rouge.
Il problema, purtroppo almeno per quello che mi riguarda, nasce quando devi ascoltarli tutti di fila.
Durante i ripetuti passaggi nel lettore, ho spesso avuto l’impressione che
“Abhorrent dimensions” avesse dato tutto nella prima metà ed ho fatto fatica ad arrivare fino in fondo mantenendo la dovuta concentrazione per poi poter scrivere queste poche righe.
Manca quel “tocco memorabile”, quello che accende l’interruttore nella tesa e attiva il passaparola con gli amici.
Le capacità ci sono, spetta loro fare il passo in avanti.
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