Trasferitosi da poco in Serbia, il russo
Grannus, unico uomo dietro il progetto
Drunemeton, rilascia il suo quinto album di lunga durata
"Tir Nan Og" che, come i precedenti, può essere inserito nel filone pagan / folk metal con evidenti influenze dei Bathory più epici e rimandi, più o meno espliciti, ai Graveland.
La musica di questa one man band sta tutta in quello che ho appena detto: niente di nuovo, niente di particolarmente originale e niente per cui strapparsi i capelli.
Purtroppo.
L'album, penalizzato a mio avviso da una registrazione piuttosto "confusionaria", che amalgama molto male il comparto strumentale, e da una voce rantolata troppo monocorde, si presenta compatto, quasi monolitico, mai troppo veloce e senza particolari spunti degni di nota: qui e la, nonostante tutto, è possibile scorgere qualche buona melodia, in chiave epica, così come alcune partiture alzano, di un po', il livello qualitativo (penso ad un brano come
"The Flight of the Swans"), ma per i resto noia e monotonia regnano sovrane.
E per un artista al suo quinto album, la cosa è piuttosto grave.
Non mi sento di spendere altre parole per un disco certamente trascurabile: in questi ambiti sonori c'è davvero tanto di meglio.
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