Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:45 min.
Etichetta:Equal vision records
Distribuzione:White 'n' black

Tracklist

  1. CONCUBINE
  2. FAULT AND FRACTURE
  3. DISTANCE AND MEANING
  4. .HELL TO PAY
  5. HOMEWRECKER
  6. THE BROKEN VOW
  7. BITTER AND THEN SOME
  8. HEAVEN IN HER HARMS
  9. PHOENIX IN FLIGHT
  10. PHOENIX IN FLAMES
  11. THAW
  12. JANE DOE

Line up

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La prima cosa che colpisce nel lavoro dei Converge è l’artwork di grande impatto grafico con protagonista una seducente immagine femminile ritratta con tratti da fumetto noir che fa tavolozza a dei testi scritti in maniera, ahimè, poco leggibile ma suggestiva.
Un buon spunto per andare a visitare il sito del gruppo, wwwconvergecult.com, per scoprire che “Jane Doe” è un disco basato sul tema dell’amore e dell’abbandono, su una visione molto estrema delle relazioni umane distante dai tipici stilemi hardcore e tesa ad esprimere all’impronta apocalittica del suono una dimensione insolitamente personale. Insomma l’uomo solo non contro la contemporaneità ma contro sé stesso ed i propri sentimenti designati con violenza in questo dirompente quuadro che nasce appunto hardcore ed accorpa, sviluppandosi, i lati più estremi del metal e del noise, Il primo brano “Concubine”, è un pezzo di black grind travolgente, credo che neanche alla Relapse riuscirebbero a trovare una band così efferata, fuso come acciaio alla successiva “Fail and fracture”, una schizofrenica elaborazione dell’hardcore di scuola Equal vision, quello per intenderci proposto da gente come Hatebreed, fatto di riffs irrequieti.
L’ascolto del disco colpisce, 45 minuti che lasciano senza fiato e forse l’unico momento in cui il gruppo sembra tirare il fiato è “Homewrecker”, un mid tempo di stampo indie noise pieno di dissonanze; l’assalto continua sulle note di “Broken vow”, altro brano al vetriolo dalla struttura forse più elementare ma suonato con foga come del resto le seguenti “Bitter and then same” ed “Heaven in her harms”, difficili da distinguere se non fosse per la sezione ritmica furibonda che domina l’ultimo pezzo citato.
Si arriva in conclusione di disco al dittico dedicato a Phoenix, con una prima parte rappresenta una lentissima litania dai toni esoterici e dark e la seconda che arranca in un grind piuttosto stentato sino alla conclusiva titletrack, 12 minuti di riffs allucinati creati da menti psicopatiche.
Riflettendo su tutta l’opera si ha l’impressione di un lavoro dal forte sapore avanguardisitco e dall’appeal particolare, sicuramente non immediato; se vi esortassi a comprarlo senza indugi probabilmente commetterei una leggerezza e non è certo questo il sostantivo che meglio possa descrivere “Jane Doe”.
D’altro canto per chi è alla ricerca di lavori di ‘confine’ questo disco può rappresentare un approdo importante e appagante.
Recensione a cura di Emanuele Rossi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 giu 2015 alle 22:40

Album unclassified metal dalle tinte metalcore da spiaggia.Dipinge il senso del viaggio musicale dei Converge,fatto di speedpunk e post-metal.Distance and meaning mette in luce l'importanza che hanno avuto gruppi hc Discharge,Judge,su larga visione Agnostic front...assalto di grancasse e soli shred su The Broken vow;Bitter and then some tra voce pulita e palm mute.../L'album fa acquistare una certa popolarita' alla band Converge ancorche' sconosciuta ai piu'.

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