Il combo transalpino torna dopo quattro anni con un cambio di line up che vede l’ingresso di
R. Cadaver proveniente dai
Repugnizer al basso e
N. Destroyer dai
Catacomb dietro le pelli; questa volta hanno sfornato un album pregno di nera abiezione.
Non stupitevi perché già con l’album precedente si percepiva un leggero cambio di prospettiva in seno al genere musicale che fanno i nostri.
Questo album vede più un’attitudine black metal che death metal, basti ascoltare la seconda traccia “
The fifth door” che richiama nel lavoro delle chitarre i
Marduk od i
Necrophobic; la batteria è indemoniata con il blast beat quasi perennemente innestato tranne nel cambio di tempo centrale con il solo che mantiene alta la componente sulfurea.
Anche il buon
Vlad offre una prestazione vocale acida, aggressiva e piena di odio con screaming posti un pochino indietro rispetto agli strumenti.
Altro brano veloce è la titletrack, un vero tornado estremo; ho la vaga idea che dal vivo non farà prigionieri.
Si sente perfettamente l’influenza della scuola svedese della nera fiamma, non si tratta di scopiazzamento puro e semplice ma di cambio di indirizzo visto il mood di questo quinto lavoro.
La parte centrale più cadenzata ti coinvolge nello scapocciamento con gli intrecci di chitarre in tremolo per poi rallentare e creare un’atmosfera maligna e feroce.
Sarà per l’argomento trattato e la tematica ma questo album coinvolge e dimenticavo di dirvi che il
Dajjal del titolo è paragonabile all’Anticristo della tradizione cristiana.
All’interno c’è’ pure una traccia strumentale, la penultima “
Daeva” che fa ben capire che i francesi non sanno solo martellare senza pietà alcuna ma anche tirare fuori melodie malsane come in questo caso dove una cavalcata nero pece ed epicheggiante ha un riff portante melodico ed heavy.
Album eccellente, che potrebbe essere il segno di un cambiamento per i galletti, devo dire che più lo ascolto, più mi piace, ben fatto!
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