Questa band debutta nel panorama non affollatissimo del death sinfonico.
Il trio greco guidato dal frontman
Leonidas offre uno stile dove lo orchestrazioni hanno un che di cinematico ma soprattutto cercano di dare una versione moderna al genere.
Togliendo l’introduzione che ne è anche la titletrack con un soprano a far bella mostra di se, partiamo dalla ciccia; qui le capacità tecniche e la voglia di far capire chi si è al possibile ascoltatore sono palpabili.
Dalla orchestrale “
Aesahaettr” che ha un’intervento vocale femminile come chorus, alla goticheggiante “
Heptacletus” dove le orchestrazioni si innestano in un tessuto death moderno.
Ma non c’è solo un riferimento chiaro al metal o alla musica classica rivisitata per l’occasione, abbiamo anche un’influenza jazzata come nell’intervento di tromba solista in “
Abyssaoth” o l’improvvisazione strumentale nella parte centrale in “
Acephale”.
Le chitarre qualche volta scompaiono inghiottite dalle tastiere, oppure in altro caso offrono prestazioni melodiche in veste solista ma appena percettibili, sarebbe meglio bilanciare questi due aspetti.
Quindi, prima prova lodevole, la carne al fuoco è tanta, la voglia pure, resta solo da focalizzare meglio alcune soluzioni.
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