Il nome
Lhaäd si riferisce alla zona "adale", nota anche come zona adopelagica, ovvero la regione più profonda dell'oceano, situata all'interno delle fosse oceaniche.
Ed è proprio negli abissi più profondi ed oscuri che ci conduce la musica di
Lykormas, la mente dietro il progetto belga.
"Beneath", al pari del suo predecessore, è un album di Black Metal inumano, asettico nelle sue traiettorie prive di anima, ferocissimo nello sbatterci in faccia la sua rabbia iconoclasta, dalla inquietante atmosfera "subacquea", esaltata da brevi ed efficacissimi momenti ambient, capace di farci vivere, in modo vivido e "umido", quel senso di continuo sprofondare verso le profondità più insondabili e misteriose del nostro pianeta.
I
Lhaäd sono per gli oceani quello che i Darkspace rappresentano per il cosmo: in questo album non esiste tregua, la batteria, ottimamente programmata (credo) viaggia come un'onda impazzita, le chitarre sono possenti e lucidamente spietate, la voce di
Lykormas una sorta di gorgoglio che viene dal profondo, le melodie, strazianti ed epiche, ci avvolgono tra le loro spire malevole, mentre una produzione eccellente ci annichilisce con una potenza debordante che solo i migliori gruppi death riescono ad avere e che, raramente, troviamo, invece, in questi ambiti sonori.
Ambiti fatti di pura alienazione, di velocità squassanti e rallentamenti maestosi come l'infinito oceano, ambiti che i
Lhaäd padroneggiano con classe e pura devozione riuscendo, con apparente facilità, a regalarci un album semplicemente
spettacolare, in costante tensione emotiva, lontanissimo dall'umano "sentire", e con la sbalorditiva capacità di rapirti completamente, sia fisicamente, sia spiritualmente, per portati giù, sempre più giù, fino al nero assoluto...
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