Non delude mai il buon
Steve Hackett. A 74 anni suonati il chitarrista inglese sorprende ancora una volta con l’intenso
“The Circus And The Nightwhale”, concept album misterioso e intrigante con un vago alone autobiografico.
Si parte in maniera spavalda e graffiante, distanti dalle canoniche sonorità dei Genesis (
“People Of The Smoke”).
“These Passing Clouds” è il primo di tanti (forse troppi?) interludi dalle tinte drammatiche, ma spicca rispetto alla più intima
“Found And Lost”.
“Taking You Down” e
“Get Me Out” rievocano gli ELP di
“Black Moon”, mentre
“Enter The Ring” e
“Ghost Moon And Living Love” sono progressive nel senso più tradizionale del termine, sia nell’arrangiamento sia nelle atmosfere.
La seconda parte del full-length è più frammentaria, ma altrettanto convincente, a partire dall’ipnotica ed esotica
“Circo Inferno” alle successive
“Breakout” e
“All At Sea”, dal gusto hard rock.
“Into The Nightwhale” è sinistra, ma la coda è celestiale, così come l’emozionante commiato strumentale
“White Dove”, anticipato dall’accessibile e personalissima
“Wherever You Are”.
Una parata di ospiti (su tutti
Nick D'Virgilio), ma non ce n’era davvero bisogno.
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