Lo svedese
Rogga Johansson ha una miriade di progetti, non ha paura di essere occupato perché è un strenuo amante dell’heavy metal, soprattutto di quello più estremo; per la sua voglia di death metal vecchia scuola, marcio e senza compromessi, ci sono i
Ribspreader.
Il trio può contare su un’ascia come
Taylor Nordberg già con i
Deicide ed il batterista
Jeramie Kling che ha prestato le sue bacchette anche ai
Venom Inc. .
Questo nuovo album non propone ricette innovative, non segue le mode ma offre una mezz’ora di spasso pesante, potente e pieno di lerciume grezzo e tagliente come un machete.
Si va da pezzi veloci e segaossa che prendono una piega lenta e pachidermica come in “
A fleshless gathering” con il vocione profondo di Johansson che è comprensibile.
Altra bordata veloce e che accontenterà i palati meno fini è “
As the ghouls are summoned”; qualche melodia malata, pestoni senza ritegno e riffoni scuri come la pece.
Questo album è come quei film splatter degli anni 80, che conosci come le tue tasche per la loro prevedibilità ma li ami alla follia perché sanno divertire.
Chiude in “bellezza” la breve “
Shrouded in despair”, atmosfere oscure, tempi lenti ed un muro di riff.
Chi vuole varietà e novità fugga questo album perché non ne troverà manco una briciola, ma chi ama il death metal nella sua forma più pura avrà di che pascersi.
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