Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. ROUGH EDGES
  2. MASTERS OF TIME
  3. AFTERMATH
  4. BETWEEN THE SIDES
  5. THE PORTAL
  6. RAPID STR!DE
  7. THIS !S NEW A
  8. ENOUGH FOR NOW

Line up

  • Galin Soulreaper: vocals
  • Tom Cultcommander: bass
  • Vikk Vandall: guitars
  • Al Atom Smasher: drums

Voto medio utenti

Già attivi da più di una decina di anni, i polacchi Armagh hanno intensificato le loro produzioni ed uscite discografiche solo da un paio d'anni a questa parte, iniziando nel 2019 con il debut 'Cold Wrath of Mother Earth' e poi arrivare in cinque anni, a questo nuovo 'Exclamation Po​!​nt'. Un arrivo che però non è coinciso con una stabilità, almeno a livello di lineup, dato che unico punto fermo è rimasto il cantante e chitarrista Galin Soulreaper, membro anche dei Vengeance ( di cui trovare la recensione del loro debut qui), e che da questi ultimi ha portato con sè Vic Witchburner, qui posto alla chitarra e ai cori. Ciò che ci si aspetterebbe è infatti un prosieguo dello stile della band citata poc'anzi, quindi un thrash/speed metal molto 80s, che fonda le proprie radici su band come Onslaught, Artillery, e primi Exciter. Ci sono però delle differenze che, rispetto a 'Sewer Surge', fanno vedere questo nuovo lavoro degli Armagh sotto una luce diversa.

Lo stile di fondo rimane indubbiamente quello, con canzoni votate alla velocità come 'Between The Sides' o 'Masters Of Time'. Quello che viene aggiunto, e che si mischia alla perfezione, sono delle parti dove viene aggiunto un pizzico di metal classico, con canzoni che profumano ad esempio di primi Maiden ('Aftermath' e il suo riff ne sono l'esempio più lampante), e dove anche grazie al tono di voce più leggero di Galin Soulreaper, meno sgraziato ad aggressivo, quasi sognante in alcuni momenti, vedasi 'This Is The New A", riesce come a portare l'ascoltatore in una dimensione parallela. A differenza dei Vengeance, forse quello che manca qui è un giusto punto di equilibrio tra l'album di questi ultimi, e questo. Dove da una parte vi era troppa irruenza, poco carisma nelle linee vocali, qui troppo spesso vi è un'eccessiva leggerezza di fondo, anche nella produzione, che comunque non va a invalidare il lavoro nel suo complesso, contando che ci sono ad esempio canzoni come 'Rough Edges' che riescono ad essere una perfetta sintesi tra il vecchio e il nuovo.

Anche questa nuova facciata partorita dalla mente di Soulreaper continua a funzionare, alcuni ingranaggi vanno ancora perfezionati, ma la base è sicuramente buona. Certo, al terzo album ci si poteva aspettare una maggiore maturità, ma sono del parere che sia ancora troppo presto per dare un giudizio finale su come la carriera degli Armagh stia evolvendo.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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