Disco dell'anno senza dubbio.
Le tue recensioni vanno lette al contrario. Parliamoci chiaro, non è neanche che ti manca qualsiasi percezione del contesto culturale in cui è inserito il metal, non è neanche che sei rimasto piantato nelle più pacchiane sonorità di 30 anni fa (che se promuovi il figlio di Kai Hansen ci siam detti tutto), non è nemmeno (e sarebbe più scusabile) che vivi di nostalgia per un metal che era identità fatto di molto underground (ora è prodotto di largo consumo). E' proprio che te il concetto di analisi non sai nemmeno cosa sia. Proprio in assoluto. Nemmeno un A.Ariatti in piena crociata anti-Blind Guardian ha mai raggiunto cazzate come quelle che ci propini Sbranf.