Con il primo albo dei
Coltre ci troviamo ancora una volta di fronte all’annoso dilemma … è meglio riascoltare i “vecchi” capolavori di Iron Maiden, Diamond Head, Demon, Angel Witch e Grim Reaper o rivolgere le proprie attenzioni all’ennesima
band che nel 2024 tenta (più o meno faticosamente) di replicarne lo spirito espressivo e stilistico?
Risposta per qualcuno forse “scontata”, ma se esiste addirittura una categoria sonora denominata
NWOTHM e ci sono parecchi estimatori di “gente” come Amulet, Deadwolff e Night Demon evidentemente la fiera continuazione della “tradizione metallica” può contare su numerosi paladini.
Appurato ciò, e rivolgendosi proprio ai suddetti sostenitori dei discepoli contemporanei del
classic-metal ottantiano, è anche necessario ravvisare come il quartetto londinese in questione non sia “esattamente” all’altezza dei migliori interpreti odierni del settore e che la loro prova sulla lunga distanza sia indirizzata a chi apprezza le soluzioni sonore maggiormente “ruspanti” e impastate con l’
hard-rock (UFO, The Godz, … alla maniera, per esempio, di certi Jameson Raid), il tutto intriso di una “componente nostalgica” davvero pressante.
Ciò non toglie a “
To watch with hands ... to touch with eyes”, impreziosito dall’eccellente
artwork di copertina, di esternare un’accettabile gradevolezza d’ascolto, alimentata dalle galoppate di “
Feast of the outcast” e "
When the Earth turns black”, ed in misura ancora maggiore dalle caligini della
title-track e di "
Through the looking glass”, dalla melodia allettante (tra UFO e Thin Lizzy …) concessa a “
Rat race” e dalla brumosa “
Oblivion”, da eleggere come la traccia più “ambiziosa” dell’intero programma.
Le ultime notazioni le riserviamo, infine, alla prevedibile sollecitudine di “
Temptress” e a “
Friends aren’t electric”, descritta come una sorta di “risposta” alla celebre “
Are "friends" electric?” dei Tubeway Army e alla prova dei fatti non particolarmente entusiasmante.
L’operazione “celebrativa” attuata dai
Coltre, da ammirare per la viscerale e credibile attitudine, appare dunque fin troppo “sfacciata” e riuscita solo in parte … per il futuro, confidiamo in una salvaguardia della
Grande Storia della
NWOBHM meno rigidamente dogmatica e più incisiva.
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