È bello quando una nuova band si affaccia sulla scena Heavy Metal e riesce a far rivivere la magia, e la soddisfazione è doppia quando a farlo è una formazione italiana.
È questo il caso dei veronesi
Rogue Deal, che nel loro esordio (prima solo un demo con tre brani) si lanciano in un salto temporale – per scappare dalla giustizia? - che li scaraventa direttamente nel vortice della N.W.O.B.H.M. con un approccio che mi ha fatto pensare agli Enforcer e agli Striker dei primi lavori, quando ancora non si erano concessi a tentazioni più hardeggianti ed accattivanti. I
Rogue Deal, almeno per ora, fortunatamente non palesano alcuna esitazione e aggrediscono con i loro brani, il più delle volte introdotti da qualche "urlaccio" del potente
Michele Turco, lestamente rincorso prima dal drumming impetuoso di
Nicola Danese, poi via via si palesano gli altri musicisti, i due chitarristi
Matteo Finato e
Gianluca Padovani, ed il bassista
Francesco Galbieri, che ce la mettono tutta per non passare per dei meri comprimari.
E ci riescono senza problemi, e lo dimostrano sin da subito nei tortuosi passaggi di quelle "
Lightning Force" e "
Night Ranger" che seguono l'intro strumentale "
DEFCON 1", dove viene messa a frutto la lezione impartita dagli Iron Maiden con "Ides of March" o "Transylvania". Dopo questo avvio dirompente ma talvolta anche un po' sguaiato, i
Rogue Deal dimostrano di saper cambiare approccio con "
Condemned to Power", ben ritmata, con diversi cambi di passo e pure un pizzico di melodia in più, in ogni caso sempre lesti a portarci a spasso nei familiari anni '80 con le twin guitars di
Finato/Padovani a duellare sulle orme della coppia Murray/Smith. E rieccoli lì a decisi non schiodarsi dalle loro posizioni anche sulla traccia strumentale "
Starmirror", che nei suoi quattro minuti di durata non si limita al ruolo di interludio ma, con il suo D.N.A. maideniano, si ritaglia con determinazione e qualità un suo spazio su "
Escape From Justice".
Potevano ritenersi soddisfatti e magari rilassarsi, invece questi cinque ragazzi si mettono "
di nuovo in viaggio" per andare a "
combattere lungo la strada" assurgendo al ruolo di difensori della fede sotto le insegne di band come Raven, Battleaxe, Riot, Crossfire o i più recenti Machine Men e Wolf, e lo fanno godendo di una solida resa sonora (l'album è stato registrato negli Industrial Studio con
Marco Ciscato, chitarrista dei Methodica) e accompagnato da una bella copertina, realizzata da
Dimitar Nikolov (Lancer, Ancillotti, Metal Inquisitor...).
Come spesso capita, i
Rogue Deal tengono il meglio per la fine, infatti, la conclusiva "
When Fear Has Tales to Tell" è la canzone più articolata e complessa dell'album, dove mettendo in evidenza tutto il proprio potenziale alzano ulteriormente il livello: la classica ciliegina sulla torta, che al momento ha una sola candelina, ma ora mi aspetto che se ne vadano ad aggiungere molte altre.
Torta, prima candelina e standing ovation: "
Escape From Justice" è un esordio di cui i
Rogue Deal devono essere fieri.
Metal.it
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