I deathsters giapponesi
Coffins, che tolta qualche interruzione sono in corsa dall'ormai lontano '96, giungono al traguardo del loro sesto full-length,
"Sinister Oath", rilasciato tramite la
Relapse Records.
I
Coffins ci propongono nuovamente la loro miscela di death metal e partiture doomy con una forte tendenza al brutal; quest'ultima traspare da un certo approccio molto inintelligibile delle linee vocali, oltre che dai suoni estremamente ribassati e da altri accostamenti stilistici peculiari di tali sonorità.
L'album si apre con una strumentale schiacciassi di poco meno di due minuti,
"B.T.C.D", dove i giapponesi ci svelano preventivamente ciò a cui andremo incontro.
Il platter è all'insegna della tradizione, non vi sono tendenze di derivazione moderna con atteggiamenti da posers, ma solo brani marci, asfissianti nella loro lentezza saturata da un groove massiccio e mai artefatto.
L'esecuzione del gruppo riesce sempre a non scadere in tecnicismi fine a se stessi, tutt'altro viene data la precedenza all'impatto, all'emotività e alla capacità evocativa della putrescenza più assoluta.
In certi passaggi si sente l'influsso di maestri come
Obituary e
Autopsy, così come dei
Cannibal Corpse. A tal proposito risulta interessante l'uso dei piatti di
Satoshi nei momenti più cadenzati, richiamante alcune dinamiche tipiche del Mazurkiewic dei frangenti in cui i cannibali decidono di scalare la marcia; riplasmato però con una certa originalità che denota un ottimo gusto.
Potremmo parlare per ore dei particolari di questo LP, ma tutto sommato altro non è che un bella manifestazione di old-school death metal, dunque avrebbe poco senso.
Mi avvio alla conclusione segnalando quello che è il principale pregio dei
Coffins, ovvero l'attitudine e il feeling musicale immediato che riescono a creare; e questa è la qualità principe che ogni formazione dovrebbe avere, che tuttavia difficilmente la si può acquisire.
A mio giudizio
"Sinister Oath" è carente soltanto di qualche soluzione più distintiva; la quale potrebbe passare dalla creazione di riffs più freschi e in grado di sorprendere, magari abbassando leggermente l'asticella dell'inintelligibilità…
Piccolezze che potrebbero fare la differenza.
Un platter consigliato a tutti gli amanti della vecchia guardia.
Qui troverete coerenza, attitudine e perseveranza declinate sotto il segno nero della morte.
Recensione a cura di
DiX88
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