Quando mi imbatto in album come
Daydream Illusion, terzo capitolo discografico dei bavaresi
Thornbridge, mi viene voglia di dare ragione a tutti coloro che, con aria da insopportabili saccenti, vanno dicendo da anni che la saturazione del power ha ormai raggiunto il suo picco massimo e che, da almeno un ventennio buono, in questo genere, non si riesce a cavare il classico “ragno dal buco”!
Grazie al cielo però, sappiamo che non è assolutamente cosi! Si potrebbero, a tal proposito, citare numerosissime bands che, in tempi più o meno recenti, hanno realizzato album di tutto rispetto, smentendo il suddetto luogo comune. Oppure, se avete tempo e voglia, provate a spulciare nel nostro vastissimo archivio e vi renderete conto che il power metal, fortunatamente, è un genere ancora vivo!
Purtroppo però, resta il fatto inconfutabile che, quando si ascoltano dei lavori come quello in questione, realizzato dalla
Massacre Records, non si può far altro che prendere atto, con rammarico, della pochezza compositiva in cui versano parecchie realtà musicali odierne, impegnate in questo sottogenere.
E pensare che la line-up dei
Thornbridge è stata, per l’occasione, tirata a lucido; considerando che può annoverare, tra le proprie fila, un bassista del calibro di
Tommi Göttlich, (ex-
Grave Digger), a cui si affiancano
Jörg Naneder (voce e chitarra),
Patrick Rogalski (chitarra) e
Vincent B.(batteria).
Eppure, nonostante questo,
Daydream Illusion è un insieme di composizioni piatte, che rievocano in maniera del tutto asettica le tipiche atmosfere di bands quali
Freedom Call (
Bird Of Salvation, oppure la title-track),
Heavenly (
Kingdom Of Starlight) ,
Power Quest (
Lost On The Dark Side, probabilmente la traccia migliore del disco) e, talvolta,
Gamma Ray (
Sacrifice) o
Stratovarius (
I Am The Storm), ma senza possederne il mordente, l’intensità, la creatività, in una parola sola: senza averne la medesima classe!
All’interno del disco, i
Thornbridge riescono anche a regalarci qualche riffs convincente, o dei refrains interessanti, però è veramente troppo poco, anche perchè poi, lo sviluppo compositivo dei vari brani, finisce sempre per scadere nelle medesime scontatissime soluzioni! Le tracce sono quindi evanescenti e, oltre alla palpabile sensazione di “già sentito”, non lasciano assolutamente nulla, se non un inquietante senso di sconforto, dovuto all’evidente carenza di ispirazione ed alla prevedibilità di determinate scelte stilistiche.
Non me ne vogliano i simpatici
Thornbridge, a cui, è bene specificarlo, non mancano assolutamente le qualità tecniche, ma piuttosto, difettano di personalità e le loro lacune, in fase di song-writing, si fanno sentire pesantemente; se non altro, i tedeschi evitano di ricorrere a quelle insopportabili soluzioni plasticose di facile presa, tristemente frequenti nel panorama power odierno.
Purtroppo però, siamo al cospetto di un disco debole, destinato inevitabilmente all’oblìo e pieno zeppo di tutti quegli antipaticissimi clichè con cui viene spesso etichettato il genere.
In altre parole:
Daydream Illusion si può considerare la (scontata) risposta musicale ad una domanda mai posta e di cui, francamente, non si sentiva il bisogno.
Peccato!