Gli
Endless Loss sono un duo black metal australiano formatosi nel 2015 per volontà di
Mike Lowrey (drums) e
Stefan Jonasson (vocals, guitars).
Hanno all’attivo un demo, un live album, un EP e un solo full-length, rilasciato in questi giorni di fine marzo 2024, di cui mi accingo a parlarvi in questo articolo:
“Traversing the Mephitic Artery”, sotto il patrocinio della
Nuclear Winter Records.
Gli
Endless Loss vengono inseriti nel filone dello War/Bestial black metal, etichetta che personalmente detesto poiché la ritengo ampiamente inutile.
Dunque preferisco descriverveli diversamente…
Per comprendere la loro proposta, e quindi se possono fare al caso vostro, dovete immaginare di miscelare il black più rozzo e selvaggio con il crust di gruppi come i
Doom, o come gli
Extreme Noise Terror, situabili ai confini del grind, di
“A Holocaust in Your Head” (1989); o altre formazioni che proliferavano in quel periodo nell’underground inglese (ma non solo). A tutto questo dovete aggiungere una componente death piuttosto marcata e una tendenza al doom che in vari frangenti affiora dagli abissi…
Un po’ più crust, meno “black 'n’ roll”, e più death dei
Carpathian Forest, giusto per farvi un esempio; tuttavia meno death di band collocate più o meno nel solito filone, come gli
Archgoat.
La produzione, superfluo dirlo, è una perfetta summa delle tre correnti principali che compongono la musica degli australiani… Risultando dunque lo-fi, ridondante e con suoni quasi da semiscantinato, tuttavia pur sempre godibili (poi dipende dai punti di vista), conferendo un sound complessivo che richiama molto da vicino quello dei
Profanatica (eco riscontrabile anche in un certo utilizzo del tremolo…).
È un LP molto semplice, si ascolta con grande piacere e senza troppi cali di tensione, questo anche per via della sua breve durata, 27 minuti circa, a ulteriore riconferma dell’affinità del gruppo con l’hardcore.
È difficile isolare una traccia piuttosto che un’altra, trattandosi di un lavoro estremamente monolitico… bensì se siete amanti del genere questo aspetto vi risulterà gradevole.
“Traversing the Mephitic Artery” è un prodotto minimale, che pesta duro e manifesta con forza tutto il suo disagio.
Consigliato solo per i veri amanti della musica estrema senza compromessi; lontano da ogni forma di modernità edulcorante dell’essenza che questo genere di proposte dovrebbe avere.
Recensione a cura di
DiX88
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