Mettiamola così … se gli
Hellgrimm suonassero dalle nostre parti, cercherei di non perdere l’occasione di assistere ad un loro concerto e lasciarmi coinvolgere dalla forma di viscerale e istintivo
hard n’heavy che propongono.
Su disco, in condizioni di ascolto maggiormente “analitico”, appare invece evidente come il trio texano, almeno in questo quinto “
Sacrifice”, non riesca del tutto a canalizzare la sua notevole energia in composizioni che sappiano stimolare in maniera decisiva anche la parte più razionale dei gangli sensoriali.
Ciò appurato, non rimane che affidarsi al bel “tiro” di “
Scream blood Mary”, alla foga di “
Speed demon” (con il
drummer Mike Heller, di fama Raven, Control/Resist, Malignancy e Fear Factory, in veste di ospite) e all’
anthem "
Til death do us party”, perfetto per esaltare l’ugola dalle sfumature
Benatar / Jett-esche della brava
Erica Missey.
“
Ouija” esplora soluzioni sonore più oscure e sinistre, fornendo il programma di un’intrigante alternativa espressiva, mentre con il
groove ruvido di “
El diablo” e la veemenza spasmodica di “
Skatopia” si torna a soluzioni musicali più “semplici” e immediate, così come "
Black widow”, “
Into the darkness” (un po’ “sconclusionato”, invero …) e “
Rock anthem” puntano nuovamente sul consolidato espediente dell’inno
hard-rock per infiammare il pubblico di riferimento.
Ben due
cover dedicate ai Black Sabbath completano la scaletta dell’opera, e se escludiamo le eventuali perplessità insite in una scelta di questo tipo, diciamo che “
Never say die” e “
N.I.B” (meglio la seconda della prima …) non aggiungono né tolgono nulla di determinante alle peculiarità di “
Sacrifice”, un disco complessivamente gradevole, ma in sostanza propedeutico ad una (verosimilmente) travolgente esibizione
live degli
Hellgrimm.
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