Nuovo album per i thrasher
Refore, che esce a distanza di tre anni del precedente
'Built To Nothing', debut della band proveniente dalla Repubblica Ceca. Sin dalla loro formazione, comprendendo anche il breve periodo sotto il nome di Archyva, tutto ciò a cui ha pensato questo quartetto di musicisti è stato solo, e unicamente la musica. EP, album e singoli a rotta di collo, senza grandi pausa tra l'uno e l'altro, e seppur la proposta sia sicuramente di buon livello, aggirandosi tra un thrash metal furioso e macina sassi che riprende un po' i primi Kreator nei riff, e la velocità ossessiva che potevano avere dei Razor, è la messa in pratica che talvolta latita di idee originali e della giusta dose di coinvolgimento. Non che ci sia mai stato qualche cambio nella musica dal precedente disco ad oggi, anzi praticamente nulla è cambiato, ma se questo è un bene dall'altra parte può essere un arma a doppio taglio. Se già quello che era presente in precedenza stentava a decollare, riproporre la medesima formula nel lavoro successivo può portare ad un risultato migliore?
[Foto fornita dalla band]
La risposta in questo caso è no. Non che
'Illusion Of Existence' sia comunque un disco totalmente da buttare, nessuno dice questo, ma che non riesca mai a spiccare è abbastanza evidente. Riff che non conoscono il minimo rallentamento, una quasi totale assenza di parti melodiche che possano aiutare almeno a distinguere una canzone dall'altra, ad esempio una
'Blind World' da
'Life Forgotten' (veramente troppo simili). Sì, c'è
'Confusion' che gioca maggiormente sul mid tempo, ma veramente poca roba. Se si aggiunge una prova vocale di
Franta Tkadlec, presente anche alla chitarra, abbastanza spenta e poco carismatica, coadiuvata da una batteria che sembra seguire il compitino, il prodotto finale non è certo esaltante. La durata viene certamente in aiuto, dato che il full length dura in totale mezz'ora e rotti, ma tutte le sensazioni descritte emergeranno dopo pochi minuti, e il resto dell'ascolto proseguirà in una noia e in un loop di sentito e risentito dal quale vi sembrerà impossibile uscire.
Non una prova brillante per i
Refore che, pur essendo comunque ancora al secondo album, devono ancora trovare una loro strada e cercare di rendere più accattivante e meno monotematico il loro songwriting, ma c'è ancora tempo per poter migliorare. La speranza è che questo tempo venga impiegato nella maniera giusta, e non per produrre ancora un ulteriore fotocopia sbiadita di questo album, e del precedente.
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