Gli
Amen Corner sono una delle prime Black Metal band nate in Brasile insieme a
Mystifier,
Murder Rape e pochi altri nomi.
Si sono formati nel 1992, e dopo un demo e un EP usciti nel medesimo anno, nel 1993, diedero alle stampe il loro primo full-length:
"Fall, Ascension, Domination", sotto l'egida della storica
Cogumelo Records. In seguito rilasciarono
"Iachol Ve Tehilá" nel 1995, e dopodiché passeranno 12 anni prima del seguente lavoro lungo,
"Lucification" nel 2007.
Da qui la band ritorna a produrre LP con una buona cadenza, e oggi, 2024, taglia il traguardo del settimo lavoro in studio:
"Written by the Devil", sotto l'egida della
Hammerheart Records.
Gli
Amen Corner capitanati dagli unici due membri della formazione storica,
Murmúrio e
Sucoth Benoth, ci propongono più o meno la medesima formula che li ha contraddistinti fin dagli albori. Dunque una musica oscura che molto spesso ha più a che vedere con il Doom - e una predilezione per le strutture dei
Black Sabbath - che con il Black Metal come lo conosciamo oggi. Dunque musica lenta, oppressiva, con abbondanti mid-tempo e sfuriate centellinate, dove si inseriscono anche varie suite più atmosferiche in cui trovano spazio interessanti fraseggi e soli di chitarra struggenti, che, talvolta, mi hanno richiamato i primi
My Dying Bride e
Paradise Lost. Si prenda a tal proposito la lunga
"Fall and Ascension" - la quale riallaccia anche il discorso con il loro debut album - e
"Signal from Beyond".
Da segnalare, a proposito di riallacciamenti con il loro esordio discografico, sono inoltre gli inquietanti campionamenti della conclusiva
"Lúcifer, a Suprema Luz da Manhã".
Il Black Metal dei brasiliani è chiaramente influenzato dalla prima ondata dell'arte oscura; numerosi sono i richiami a
Venom e
Celtic Frost, questo anche per via dello stile vocale adottato; il quale rinuncia integralmente perfino a quel poco di scream che in passato potevano aver avuto le liriche di
Sucoth Benoth.
Nel complesso il platter si accosta, per farvi capire di cosa vi sto scrivendo, a opere sullo stile dei
Beherit di
"Drawning Down the Moon" (1993), ma anche a qualcosa della scuola greca sulla linea dei
Necromantia.
È un Black Metal intriso di blasfemia che si gioca prevalentemente sulla creazione di paesaggi suggestivi, e come già accennato, su partiture Doom fangose e maleodoranti, frequentemente spezzate da mid-tempo incalzanti di stampo 80's; provate ad ascoltare
"The Protectors",
"Inferno" o la schiacciasassi
"Written by the Devil". Così facendo si ricerca la stimolazione nell'ascoltatore di una determinata onda emotiva; e tutto ciò entra in un rapporto dialettico con l'anima melodica del gruppo; la quale si presenta qui incredibilmente raffinata ed armonizzata, se confrontata al passato.
Risulta molto avvincente questa continua contrapposizione di dissonanze e armonizzazioni; così come la grazia di alcuni passaggi con la sguaiatezza diabolica mutuata dai primordi del genere e la potenza di determinate ritmiche.
"Written by the Devil" è sicuramente un prodotto stereotipato per quanto riguarda attitudine, sfere tematiche e alcune scelte stilistiche; tuttavia nella sostanza riesce a inoltrarsi ben oltre determinati stilemi e ogni singolo dettaglio risulta minuziosamente curato. Questo a partire dalla produzione, svolta da
Ivan Pellicciotti (bassista dei Vulcano), che aiuta, e non poco, a crearne il sound muscolare di stampo old-school, e aggraziato, quasi cristallino, quando le esigenze artistiche lo richiedono.
Davvero un lavoro egregio. Sono convinto che riuscirà a mettere d'accordo sia i blacksters più incalliti, che gli amanti del Doom e dell' Heavy Metal anni '80.
Recensione a cura di
DiX88