Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:43 min.
Etichetta:Indipendente

Tracklist

  1. WITHIN THE ASHES, THE EMBER STILL BURNS
  2. A JOURNEY TO DAWN
  3. TO DUST, WE ALL RETURN
  4. THIS SHATTERED WORLD
  5. ESCAPE FROM THE DREAMSPIRE
  6. DELIVERANCE
  7. THE FALLEN LEAVES

Line up

  • Tom O'Dell: all instruments, vocals, songwriting, lyrics
  • Jack Reynolds: vocals (track 6)
  • Ethan Bishop: guitars (track 6)

Voto medio utenti

Durante le mie peregrinazioni (leggi "cazzeggio") su Youtube nel 2018 mi sono imbattuto - tra i video consigliati dai famigerati algoritmi - in un disco intitolato "The Sons of Fëanor".
Ritengo superfluo sottolineare che - da FANATICO dell'opera del Sommo JRR Tolkien - mi sono lanciato immediatamente nell'ascolto dell'album e nella scoperta dell'autore.
Sei anni dopo - trascorsi colpevolmente senza mai averne parlato sul nostro glorioso portale - pongo rimedio a questo errore dando il giusto risalto al quarto lavoro sulla lunga distanza dei britannici Dwarrowdelf intitolato "The Fallen Leaves" edito da Northern Silence Productions.

Breve nota per i non affetti da malattia tolkieniana:
nel libro "Il Signore degli Anelli", Khazad-dûm, comunemente noto come "Moria" o "Il Nanosterro" (per l'appunto Dwarrowdelf), era un regno sotterraneo sito sotto le Montagne Nebbiose. Era noto per essere l'antico regno dei Nani del Popolo di Durin e il più famoso di tutti i regni nanici.
Progetto solista del polistrumentista e cantante britannico Thomas Peter O'Dell, Dwarrowdelf ha nel lavoro del genio di Bloemfontein la fonte di ispirazione di pressochè tutta la propria discografia.
Ho sempre trovato l'etichetta epic/atmospheric black metal piuttosto limitante per questo genere di proposta (come per i Summoning, i Caladan Brood, gli Eldamar o i nostrani Emyn Muil) che incorpora una grande quantità di influenze: dal power sinfonico al black allo speed di stampo teutonico.
Dopo innumerevoli ascolti di "The Fallen Leaves", parlando con amici ho detto:
"I Dwarrowdelf in questo disco sono quello che i Blind Guardian avrebbero dovuto essere se avessero incorporato nei propri lavori più cattivi una ulteriore quantità di ferocia".

"The Fallen Leaves" rappresenta un nuovo inizio per il progetto, il disco per la prima volta abbandona le tematiche tolkieniane per trattare di dolore, di lotta e di conflitto con la realtà.
Tutto senza snaturare - anzi, rendendo ancora più caratteristico e profondo - il proprio marchio di fabbrica fatto di tessiture epiche ed altisonanti, lunghe cavalcate speed/power, serrati passaggi black metal, interludi acustici e dal respiro cinematografico e soprattutto una varietà impressionante di parti vocali.
Dove ci si aspetterebbe l'atmosfera a farla da padrone, il buon Tom ci sorprende e rende LE CANZONI il motore trainante di tutto il lavoro; canzoni che si ficcano prepotenti nel cervello e nell'anima per non uscirne più.
A meri esempi si ascoltino la favolosa, nelle liriche e nello svolgimento, "To Dust, We all Return" (già solo per l'intro di piano vale l'acquisto dell'album) o la superba titletrack che chiude il disco: testimonianze assai più valide delle mie parole della bontà del full e dei progressi esponenziali compiuti dai Dwarrowdelf in soli 6 anni.

Sono lieto che il seme piantato nel 2018 dal giovane Thomas stia dando i suoi frutti e spero siano in molti quelli che ne approfitteranno.

"Ed è sempre così per tutte le cose che gli Uomini incominciano: una gelata in primavera, o la siccità in estate, ed essi non portano a compimento la loro promessa".
"Eppure è raro che i loro semi non germoglino. Anche in mezzo alla polvere o al marcio, li si vede improvvisamente spuntare nei luoghi più imprevisti.
"
JRR Tolkien

Dwarrowdelf - "The Fallen Leaves"(full album)

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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