Giunti lo scorso anno al traguardo del quarto full-length,
"Earth Will Shed Its Skin", dopo aver rilasciato anche un singolo nel medesimo anno, è arrivato oggi il tempo di incidere il primo live per gli statunitensi
Chrome Waves,
"Lost Horizon Live 1/5/2024", rilasciato tramite la
Disorder Recordings, a distanza di ormai circa quattro anni dalla tragica scomparsa dell'ex
Nachtmystium Bob Fouts.
Cosa si può dire di un live di soli quaranta minuti, da parte di una band come i
Chrome Waves?
Come fare a consigliare o meno un disco di questo tipo?
Elementare, se siete amanti dei
Chrome Waves, anche se il materiale contenuto qui dentro è esiguo, si tratta di appena 40 minuti per solo sei brani, resta indubbiamente una registrazione di qualità e soprattutto veritiera. Si avverte che il prodotto non è artefatto con ritocchi puerili, utili esclusivamente a compiacere, per meri fini commerciali, le masse che ignorano cosa sia la vera arte; cancellando quelle piccole sbavature che lo avrebbero reso un live album finto per finti ascoltatori. Gusto per la finzione a cui ormai ci hanno addestrato quotidianamente, in tutti campi, coloro che gestiscono lo scintillante mondo della tecnica; dove tutto protende nella direzione di quella perfezione che si traduce in spersonalizzazione e morte della vera creatività.
Al contrario, questo live trasuda tutto il sentimento che gli americani hanno profuso nei loro precedenti album; e seppur con qualche indecisione, mi riferisco prevalentemente alle clean vocals, riesce a restituirci con onestà lo stato dell'arte attuale della band.
Il live contiene solo sei tracce che, fatta eccezione per
"Under the Weight of a Billion Souls", contenuta nell'ultimo full-length, sono tutte provenienti dai primi tre lavori.
Di certo sarebbe inutile proporvi i
Chrome Waves se precedentemente non vi avessero convinti. Al contrario, se siete rimasti ammaliati dalla loro drammaticità, dal loro sentimento e dalla loro abilità nell'infondere il tragico all'interno di strutture eleganti ed aggraziate, fatelo subito vostro.
Se invece non li conoscete ancora, e tuttavia amate il Post-Black dalle forti contaminazioni Shoegaze, sulla scia di
Amesoeurs,
Alcest,
Lantlôs,
Agallloch,
Deafheaven, ecc.ecc., sappiate che, pur non inventando niente, è una formazione ampiamente padrona del proprio mestiere e in grado di eseguirlo con grande cuore.
Merce ormai rara. Il cuore.
Recensione a cura di
DiX88
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